Savona. Il Mit, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, per voce del suo Sottosegretario Roberto Traversi (Movimento 5 Stelle), ha fatto il punto sui lavori di completamento dell’Aurelia bis, annunciando le ultime novità (leggi qui l’articolo pubblicato da IVG giovedì 11). In sostanza, Traversi ha detto che Anas ha assicurato il massimo impegno (auguri!) per la pubblicazione del bando di gara entro fine anno. Risale all’8 maggio l’accordo attuativo “per la progettazione esecutiva del lotto di completamento e al 22 maggio la verifica delle documentazioni”. Dovranno poi passare quattro mesi per la verifica di queste documentazioni e infine ci sarà il bando di gara per quasi 73 milioni.
Qui arriviamo al primo dubbio, non di poco conto: quanto tempo occorrerà poi per aggiudicare l’appalto e per sentire il dolce (per una volta) rumore delle ruspe? Traversi sostiene che l’ipotesi del commissariamento, avanzata da IVG (qui la prima proposta, qui come dovrebbe avvenire l’iter), è stata scartata “perché non consente risparmi e neppure tempi più veloci per il completamento dell’opera”, già realizzata all’81%.
Va intanto dato atto a Traversi (e al consigliere regionale 5 Stelle Andrea Melis, che ha seguito da vicino la vicenda) trasparenza e impegno, mentre più defilata ci sembra la titolare del Mit, Paola De Micheli. Ci permettiamo invece di dissentire sul fatto che un commissariamento non avrebbe portato alcun beneficio. Solo sui finanziamenti siamo tutti d’accordo: i soldi ci sono sempre stati, ci sono e ci saranno.
I tempi annunciati per la ripresa dei lavori sono invece quelli canonici, cioè molto lunghi, e loro sì non porteranno alcun beneficio. Continuiamo a non comprendere perché non si sia scelta una via più rapida, una via comunque straordinaria, commissario o non commissario. Forse perché ancora una volta la burocrazia e la debolezza della politica savonese (con l’aggiunta di Toti, che non ha mosso un dito) non hanno consentito di accedere al ‘modello Genova’ o a qualcosa di simile, a scelta di Lorsignori? Forse perché tutti ora invocano, magari senza che ne esista la reale necessità, questo ‘modello Genova’?
Qui ci troviamo però di fronte a un caso più unico che raro, con un’opera solo da terminare al 19%, volendo essere precisi, in un territorio a rischio frane (pensate alle pareti di roccia che incombono sull’Aurelia tra Albissola e Savona) ed economicamente devastato per via ad esempio della crisi del turismo, resa drammatica dall’emergenza sanitaria. Bisogna poi registrare il vasto movimento di pensiero (Salvini ne è uno dei portavoce più accaniti) che chiede con forza di modificare il codice degli appalti per renderlo più agile, veloce e meno burocratico. Qui finisce che partono tutte le altre opere italiane e l’Aurelia bis resta ferma a tempi biblici.
Non ci resta che ringraziare la forza dei lettori di IVG che ci consente di portare avanti idee e proposte. Infatti, visto che non lo faceva nessuno, proprio questo giornale ha intessuto una serie di contatti con il Mit per capire quale fosse la reale situazione dell’Aurelia bis. Chissà che anche questo non sia servito a smuovere la baracca.








