La voce

Come nasce una fake news: “A Vado una zingara voleva rapire un bambino”

Un episodio reale ma dai contorni molto diversi ha dato origine a una "notizia" che di fondato ha ben poco

mani mamma bambino per mano

Vado Ligure. “Ieri sera alla fiera di San Giovanni hanno arrestato una zingara che ha tentato di rapire un bambino“. Una voce, prima per strada, poi sui social, che corre e prende sempre più corpo. “Il fratellino l’ha vista mentre si allontanava con la sorella”. “Era una rom, i genitori l’hanno picchiata“. “I carabinieri cercavano una roulotte”. “Un militare le ha detto di consegnare la borsa o l’avrebbe picchiata col manganello”. E mille altri piccoli dettagli, che ogni volta si aggiungono o cambiano: il bambino di 4 anni diventa una bambina di 3, ad accorgersi del tentativo di rapimento è in un caso il padre e in un altro la madre, ma la sostanza non cambia.

Peccato, però, che la realtà sia molto diversa. Per carità, qualcosa di vero c’è: ieri sera, alla fiera, alcuni genitori hanno davvero accusato una donna di aver tentato di rapire il loro figlio. Tutto il resto nasce dal “tam tam”: ed è un esempio da manuale di come nascono le fake news.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri, che hanno ricostruito l’accaduto. Protagonista dell’episodio è, suo malgrado, una ragazza del luogo, 20 anni, affetta da disabilità in modo visivamente evidente. Vedendo un gruppo di bambini giocare, si è avvicinata e ha chiesto loro se volevano un palloncino. Alcuni genitori, assistendo alla scena, e insospettiti dall’aspetto o dai modi della ragazza, hanno temuto che la ragazza avesse l’intenzione di portare via il loro bambino e sono intervenuti. La situazione è diventata tesa e gli animi si sono infervorati, fino a che sono intervenuti i carabinieri di Savona. Che hanno preso la giovane e l’hanno allontanata.

Un episodio che “si chiude così”, senza arresti né strascichi giudiziari. Al resto ci ha pensato il passaparola. Che ha dato origine alla storia della zingara “che ruba i bambini” (figura mitologica spesso usata dai nostri nonni per intimorirci), ma anche a quella opposta. “Erano genitori impegnati a bere, che non guardavano i figli – era la tesi di chi non credeva alla vicenda – la donna si è avvicinata vedendo il bimbo solo in mezzo alla fiera e questi hanno montato un casino”.

E tra i tanti lettori che ci hanno segnalato la vicenda ce ne sono persino alcuni (almeno 4) che ci hanno chiesto perché la notizia non fosse ancora stata scritta: “Queste mi sembrano cose più serie da scrivere rispetto a tante altre di cui vi occupate”, “Parliamo pure di Dybala ma forse questo è un po’ più importante”.

I consigli, di fronte a una notizia simile, non possono che essere i soliti. Meglio non credere immediatamente alle “voci” e documentarsi; se non si ha certezza del loro fondamento, è meglio non diffonderle a propria volta; se una notizia sembra improbabile probabilmente lo è; se una news di cronaca non viene riportata dai giornali, e da più giornali in modo coerente, probabilmente non è vera.