Analisi

Virus, Castellazzi (Verdi): “Fondazione Cima può aiutare nei monitoraggi ambientali nel savonese”

"Non ripetere gli stessi errori"

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Savona. “La pandemia ‘coronavirus’ era prevista da molto tempo e poteva essere arginata nei luoghi della sua insorgenza. Otto anni fa una pubblicazione molto documentata, riportando le analisi e gli studi di molti scienziati, segnalava la presenza di questo virus micidiale in alcuni animali e, per scongiurare la loro azione nefasta, auspicava un’inversione di rotta degli interventi umani sugli ecosistemi. Infatti la distruzione sistematica degli ambienti naturali avrebbe provocato inevitabilmente uno ‘spillover’ (traboccamento o salto di specie) con la conseguenza di una “zoonosi” (infezione animale che si trasmette agli esseri umani) difficilissima da arginare”. A parlare, in una nota, è il portavoce dei “Verdi” della provincia di Savona Gabriello Castellazzi.

“Questo libro del 2012 – spiega – oggi molto citato, scritto da David Quammen proprio con il titolo di “Spillover”, è una lettura piuttosto impegnativa che riassume analisi e pareri di molti autorevoli scienziati che in quegli anni studiavano un gran numero di virus (tra questi i coronavirus) e la loro capacità di contagiare in modo grave la specie umana”.

“In tanti articoli pubblicati su giornali e riviste che si riferiscono a questo testo, non vengono messe in evidenza alcune affermazioni importanti, tra le quali in sintesi è necessario tenere in costante osservazione questi virus per riconoscere, in luoghi remoti, uno spillover prima che questo si trasformi in pandemia; identificarli subito in modo da creare terapie e vaccini senza far passare troppo tempo, mettendo in campo le conoscenze e le tecniche più avanzate; abbiamo violato, e continuiamo a farlo, le ultime grandi foreste e altri ecosistemi intatti del pianeta distruggendo l’ambiente e le comunità che vi abitano; in tali condizioni i patogeni hanno molte opportunità di evolvere assumendo nuove forme capaci di infettare gli esseri umani. Noi, con le nostre emissioni di CO2, cambiamo il clima del globo e spostiamo le latitudini in cui gli animali vivono” spiega.

“Già nel 2012 – continua Castellazzi – esistevano gruppi di lavoro impegnati su questo delicato problema e venivano varati programmi circostanziati a cura di : OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), CDC (Centre for Desease Control), United States Agency for International Developmnent, European Centre for Desease Prevention and Control e World Organization for Animal Health. Per quale motivo tutte queste importanti agenzie mondiali sono state poi colte impreparate e si è perso tempo nel programmare i rimedi? Perchè c’è ancora grande difficoltà nel preparare e distribuire nuovi vaccini efficaci a salvare vite umane? Per quale motivo ci sono ancora ostacoli insormontabili nell’affrontare e risolvere i problemi ambientali, onorando in primo luogo gli “Accordi di Parigi” sulla riduzione delle emissioni di gas serra?”.

“Non si possono ripetere gli errori del passato e, come sostengono i Verdi Europei da molto tempo. si devono affrontare seriamente problemi ambientali sempre più preoccupanti, tra questi l’inquinamento atmosferico, che è una tra le cause della proliferazione dei virus. La diffusione così rapida del coronavirus è stata messa in relazione alla presenza nell’aria di PM 10 e 2,5 (Particulate Matter), particelle responsabili dalla diffusione di molti contaminanti chimici e biologici: goccioline di liquidi così piccole da poter essere inalate e causare gravi problemi alla salute. I risultati delle ricerche provengono dall’ Università americana di Harvard e dalle Università italiane di Bologna e Catania. Altri studi tendono a dimostrare la presenza del virus sul particolato atmosferico, ma non esistono ancora prove certe – prosegue il portavoce –  Rimane il fatto che l’inquinamento atmosferico è un grande fattore di rischio ed è assolutamente necessario adottare per il futuro misure preventive capaci di bloccare nuove disastrose pandemie”-

“Anche la nostra provincia può dare un contributo importante: in Savona c’è la sede principale della fondazione CIMA (Centro Internazionale di Monitoraggio Ambientale) che aderisce all’ ‘Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile’ approvata nel 2015 dalle Nazioni Unite e collabora al sistema internazionale di analisi per seguire l’evoluzione dei sistemi fisici, chimici e biologici del nostro pianeta per capire cosa stia avvenendo sulla supserficie terrestre, valutandone i cambiamenti. Di particolare interesse sono i monitoraggi dei parametri atmosferico-ambientali, le analisi delle modifiche della superficie terrestre dovute ai cicli naturali, la conservazione della biodiversità forestale in funzione di una maggior consapevolezza capace di evolvere in una modifica ragionevole dei comportamenti, le scelte politiche e personali in un contesto di sviluppo sostenibile della nostra civiltà in una realtà di cambiamenti climatici ormai evidente a tutti” conclude Castellazzi.

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