Savona. Posti a sedere “a scacchi” e, di solito, vicini al finestrino. Mascherine obbligatorie per tutti. Nessun nastri colorati né (per ora) cartelli che annuncino la capienza massima, ma l’autista fa comunque una silenziosa “conta” per capire se è costretto a lasciare qualcuno “a piedi”.
Sono le condizioni a cui i passeggeri di Tpl sono chiamati ad adeguarsi per poter utilizzare i mezzi pubblici nel primo giorno della Fase 2. I test dei giorni scorsi da parte dell’azienda hanno dunque portato a un sistema abbastanza snello. Sì parlava di nastri a delimitare aree e di possibilità di non far salire i passeggeri “di troppo”: alla fine al posto dei primi ci sono dei semplici cartelli (“vietato sedersi”) su metà dei sedili e, almeno in questo lunedì mattina, non si sono verificati problemi con le capienze ridotte.
La difficoltà maggiore, paradossalmente, è stata quella di far rispettare l’obbligo di indossare la mascherina. Spesso basta un semplice richiamo verbale ma, complici il caldo e gli spazi angusti, qualche autista ha avuto il suo da fare: “Soprattutto per gli anziani non sempre è facile adeguarsi – racconta un autista della linea 10 – questa mattina ad esempio per ben due volte uno è salito tenendo la mascherina abbassata perché, ha spiegato, non riusciva a respirare a causa di un raffreddore. Ho provato a spiegargli che a maggior ragione era importante la indossasse, ma…”.
Per il resto, comunque, la stragrande maggioranza dei passeggeri si è dimostrata ‘ligia’, evitando i sedili vietati e mantenendo le distanze necessarie. Resta da vedere se i problemi arriveranno quando aumenteranno gli utenti: con soli 13 posti a sedere e 8 in piedi su un 12 metri, come ad esempio il numero 6 che collega Savona a Vado Ligure, il rischio è che i problemi arrivino presto.