Fase 2

Parrucchieri “astronauti” 7 giorni su 7, clienti distanziati e “in kimono”: ecco i saloni del 2020 fotogallery

Tanti cambiamenti, tra dubbi e incertezze: il “viaggio” di IVG.it tra Alassio e Albenga

Alassio-Albenga. Sembreranno “astronauti” o qualcosa di simile, ma in realtà saranno sempre gli stessi, mentre saranno numerosissimi gli “aggiustamenti”, imposti e voluti, che cambieranno radicalmente il volto alle loro attività nella Fase 2. 

Sono i parrucchieri che, a più riprese, hanno chiesto invano di poter ripartire. La luce in fondo al tunnel dovrebbe essere rappresentata dal 18 maggio ma, a distanza di poco più di una settimana dalla dead line, mancano ancora certezze e linee guida.

Non è stato facile trovarli in gran numero poiché moltissime attività risultano ancora totalmente chiuse, ma tra Albenga e Alassio alcuni hanno già iniziato i lavori di messa in sicurezza e di ammodernamento, resi però difficili da tante incertezze: dalle distanze da adottare (1, 2 o 3 metri?) alla gestione dei clienti (uno alla volta oppure anche di più e come?), dalla gestione dei dipendenti (molti ridurranno e “spalmeranno” gli orari) agli spazi di attività (che qualcuno sta anche pensando di estendere all’esterno). 

Ieri vi abbiamo raccontato il “limbo” in cui stanno vivendo i gestori dei bagni marini. Oggi tocca ai parrucchieri che, seppur in contesti diversi, vivono la medesima situazione. 

“Sarà importante garantire la sicurezza del nostro staff e dei nostri clienti, – ha spiegato Gianni Di Muro, titolare dello storico e omonimo salone di Alassio. – Per raggiungere questo obiettivo bisognerà in primis igienizzarsi le mani e misurare la temperatura. E poi verrà consegnato un kit monouso con due asciugamani e un kimono ad ogni cliente”. 

“Clienti che potranno usufruire anche di copri giacche e copri cappotti plastificati e distanziati, per far sì che non vengano a contatto l’uno con l’altro. Ogni volta che utilizzeremo gli attrezzi saranno igienizzati. Abbiamo creato molto più spazio tra una cliente l’altra: saranno separate da divisori in plexiglass per mantenere una distanza di due metri tra ciascuni cliente”. 

Una delle problematiche, inoltre, è legata anche alla perdita dei cosiddetti “clienti di passaggio”, mentre con ogni probabilità ci sarà l’obbligo di lavorare solo su prenotazione. 

“Ci siamo organizzati per fare gli appuntamenti, – ha proseguito Di Muro. – In questo modo sapremo la quantità di clienti che verranno quotidianamente e potremo gestirli più facilmente. Saranno meno e dilazionati nel corso della giornata. Ma abbiamo studiato anche di prolungare gli orari. Inoltre, ci stiamo organizzando per avere posti all’aperto. Stiamo facendo di  tutto per dare sicurezza massima al cliente”, ha concluso.

Un’idea, quella di “estendere” il salone anche al di fuori dell’attività, a cui sta pensando anche Valentina Iebole di “Hairteca”, sempre ad Alassio: “Abbiamo una panchina di fronte al negozio, dove spesso si sedevano le clienti in attesa. Ora sto valutando di allestire lì due poltroncine per lavorare anche all’esterno: abbiamo spese e dipendenti da pagare, in qualche modo dovremo pur attrezzarci”. 

“Il vero problema potrebbe essere legato proprio al personale perché seguendo le linee guida delle riaperture dello scorso 4 maggio, in un negozio sotto i 50 metri quadrati come il mio, rischio di poter avere a disposizione una dipendente sola a fronte delle 4 che avevo prima e che ora sono a casa. Spero vengano riviste queste norme e che ci facciano riaprire almeno il 18 maggio perché a breve avremo anche le scadenze di Iva e Inps da pagare oltre a tutto il resto”. 

Da Alassio si passa ad Albenga e, nello specifico, al salone di Barbara Montagna che, come altri colleghi, si prepara ad un “tour de force” che prevedrà probabilmente anche aperture domenicali e di lunedì per provare a recuperare quanto perso e permettere a tutti i dipendenti, in un modo o nell’altro, di rientrare al lavoro. 

“Questi mesi di chiusura sono stati durissimi per attività come le nostre, – ha spiegato ai microfoni di IVG.it. – Le bollette sono sempre arrivate e ora, per la ripartenza, abbiamo acquistato i materiali necessari, che vanno però pagati anticipatamente, con bonifico immediato. I miei dipendenti sono stati in cassa integrazione e ora dovremo rimodulare gli orari: faremo continuato tutti i giorni. E lavoreremo sicuramente anche il lunedì: prima era il giorno del riposo, da ora in avanti sarà una giornata da far rendere”. 

Ed ecco i suoi “ingredienti” per la ripartenza: “Il cliente sicuramente vorrà tanta sicurezza: vorrà entrare in un posto dove si senta garantito al 100%. E noi ci stiamo mettendo tutto l’impegno per farlo: sanificazione e igienizzazione saranno due parole chiave. Useremo kimono e mantelle monouso, mascherine e visiere in plexiglass e avremo disinfettante ovunque. Siamo pronti e non vediamo l’ora di ricominciare”, ha concluso.

Infine, il pensiero forte di Giovina Nardò, 76 anni, titolare dell’omonimo salone “Acconciature Giovani” che, stanca di aspettare, attende con ansia il 18 maggio e non vuol sentir parlare di altre date successive. 

“Se non ci faranno aprire il 18 maggio riunirò tutti i parrucchieri e la parrucchiere e farò un casino inimmaginabile, – ha esordito in modo inequivocabile. – Noi ci stiamo organizzando nel miglior modo possibile, prima di tutto per salvaguardare noi, io ho 76 anni e lavoro ancora, i miei dipendenti e le mie clienti. Ci tengo a tutto e mi sono organizzata in tutte la maniere, mettendo anche il sanificatore a base di ozono oltre a distanziare le poltroncine e alle barriere in plexiglass. Stiamo facendo la nostra parte. Arrivati a questo punto, chiediamo solo di poter lavorare. Vogliamo lavorare, punto e basta”.

leggi anche
Generica
Fotografia
Più ore di lavoro, meno clienti, costi alle stelle per igiene e sicurezza: la vita post-lockdown di parrucchieri ed estetisti