Rovescio della medaglia

Movida in Darsena, dal liberi tutti allo spiegamento di forze: i due estremi da bilanciare per il futuro fotogallery

Sullo sfondo la figura della sindaca Caprioglio, la ‘donna sola al comando’. Ma Savona ora ha bisogno di una guida autorevole e di una giunta unita

Savona. Venerdì liberi tutti o quasi, ieri sera (sabato 23 maggio), l’arrivo dei… marines, con lo spiegamento di forze dell’ordine descritto nei pezzi di cronaca di IVG.it. E ora? Bisognerà fare una sintesi delle due situazioni (chi di dovere ha qualche giorno di tempo per rifletterci) per andare avanti tutta l’estate. 

I punti cardine dei provvedimenti adottati ieri sera (sabato 23 maggio) sono in sostanza due: identificazione di tutte o quasi le persone al varco predisposto dalle forze dell’ordine in via Baglietto, all’altezza dei lavatoi, e ‘numero chiuso’, a partire dalle 23.30, nella zona interessata agli assembramenti, i 100 metri che vanno dai lavatoi al ponte mobile. Se, come e per quanto tempo continuare con questi provvedimenti sarà appunto tema delle riflessioni di cui abbiamo appena parlato. 

Torniamo a venerdì sera. Fino alle 23 circa nessun problema. Il grande assembramento si è verificato a partire dalle 23.30, come dimostrano le foto di IVG.it e di altre fonti, sempre e solo nel tratto di via Baglietto, tra lavatoi e ponte. 

Savona darsena distanza sociale

Era possibile prevenirlo? Si poteva e doveva fare di più. Che a Savona ci sia una darsena è noto. Che lì si ritrovino i più giovani, i cui comportamenti non sempre ortodossi si conoscono, anche. Con un problema in più: per quanto gli esercenti adottino tutti gli accorgimenti del caso, poco o nulla possono sul comportamento di chi frequenta le aree adiacenti alle loro attività.

A parte comitati, riunioni e compagnia cantante, alla fine la responsabilità di che cosa fare e non fare non può che essere politica e quindi della sindaca Ilaria Caprioglio. A maggior ragione se della sicurezza ha fatto (e non si può certo darle torto) quasi un’ossessione. 

Chiariamo subito che era in buona e illustre compagnia, visto che problemi simili si sono verificati, ovviamente in maniera ancora maggiore, in mezza Italia, compresi Milano, Roma, Verona e Brescia, dovunque con minacce di chiusure, divieto di consumo di bevande alcoliche, orari ridotti e chi più ne ha più ne metta. Sullo sfondo, il fatto che alla fine è difficile multare i veri colpevoli, cioè i giovani trasgressori. 

Movida a Savona, sabato notte

C’è però un’altra e più importante considerazione politica da fare: anche in questa circostanza la sindaca Caprioglio è apparsa sola e isolata. È stata subito bacchettata come una scolaretta dal presidente Toti, ad esempio, e ci ha colpito che dalla sua giunta non si sia alzata una sola voce, diciamo una sola, per sostenerla, a cominciare dall’uomo forte della Lega, il vicesindaco Arecco, uno che quando è il caso parla, e dall’assessore Levrero, che di mestiere fa proprio quello ‘politiche della sicurezza e polizia urbana’.

È così venuta fuori ancora una volta la figura di ‘donna sola al comando’ così ben delineata dal nostro direttore Andrea Chiovelli nel suo articolo dello scorso 15 maggio. Gli episodi in cui la sindaca va avanti da sola a testa bassa, o che da sola è lasciata, sono ormai all’ordine del giorno. 

Tra i fatti che potremmo definire minori, la storia della fiera di Santa Rita, per lo svolgimento o meno della quale il Comune ha più volte cambiato idea, con una evidente polemica sottotraccia tra Caprioglio e l’assessore Zunato.

Ben più significativa la frattura ormai conclamata con Paolo Signorini, presidente dell’Autorita di Sistema portuale. Pensiamo abbia ragione la sindaca Caprioglio, ma ormai non è un mistero, per dirla fuori dai denti, che i genovesi si sono presi il porto di Savona e amen. Dovrebbe allora avere il coraggio, la sindaca, di sposare questa versione, e di darne senza tema di smentite la colpa a ‘quelli di prima’, visto che la riforma dei porti si deve al Pd Del Rio. 

Tornando alla ‘donna sola al comando’, si devono allora inseguire persino gli spifferi che danno la Lega sempre più insofferente a concludere la legislatura e prepararsi a nuove elezioni con Caprioglio sindaca. 

Il tempo è però ancora lungo, e Savona merita una guida forte e autorevole, in grado di affrontare i problemi della città in una congiuntura particolarmente sfavorevole per i problemi legati al Covid,  mentre a palazzo Sisto si litiga più che in una riunione di condominio. 

L’irrequietezza della sindaca si è palesata in qualche modo anche ieri sera, perché non si è fatta vedere in Darsena. “Ci sono io”, ha risposto a domanda l’assessore Levrero. E c’era anche Pietro Santi, in versione meno ufficiale, ci è sembrato, ma con occhi sempre attenti.

Movida a Savona, sabato notte

La storia non dice, e certo non spetta a noi sindacare, se la Caprioglio fosse assente per motivi personali o per scelta politica. Da savonesi l’avremmo però preferita lì, in Darsena. Non avrebbe dovuto sfilare con il tricolore ma guardare con i suoi occhi e magari ringraziare forze dell’ordine e operatori commerciali della città di cui ha l’onore di essere sindaca.

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