Savona. L’annuncio da parte del farmacista savonese Federico Saettone su Facebook: “Le mascherine sequestrate dalla Guardia di Finanza sono in regola, come ha stabilito una analisi accurata di laboratorio. Il difetto riscontrato è riconducibile ad un vizio formale di certificazione, ma i dispositivi sanitari svolgono regolarmente le loro funzioni esattamente come previsto dai protocolli sanitari”.
Le analisi arrivano dal laboratorio della BP SEC srl di Milano.
Le dichiarazioni del farmacista savonese al quale erano state sequestrate le mascherine nell’ambito dei controlli che erano stati disposti nella fase emergenziale non possono che cambiare le carte in tavola dell’inchiesta condotta dalla Procura di Savona e che vede indagata l’ex presidente della Camera Irene Pivetti, amministratore delegato della Only Italia Logistic, l’azienda che aveva importato le mascherine dalla Cina.
La stessa Pivetti aveva tirato in ballo la farmacia Saettone, che invece ora può ribadire come “si sono fatte le verifiche del caso, naturalmente siamo stati costretti a cambiare fornitore. Ora, sperando in un dissequestro, rimetteremo in commercio le mascherine che però avranno un prezzo molto più ridotto rispetto all’iniziale fornitura, passando da 10 euro a 4,50 euro” precisa ancora Saettone.
La certificazione sbagliata? “Questo è un aspetto da chiarire, non saprei… Resta un mistero: noi abbiamo fatto il nostro dovere” conclude.
Intanto c’è attesa per l’udienza del 1 luglio che si terrà davanti al Tribunale del Riesame a Savona dopo l’accoglimento dell’istanza presentata dall’avvocato Enrico Nan, legale difensore di Irene Pivetti, nella quale è attesa, appunta, una decisione sul dissequestro delle mascherine. “L’azienda ha acquistato le mascherine dai produttori cinesi nella convinzione che fossero pienamente in regola rispetto alle prescrizioni del mercato europeo e italiano. Non è escluso che, a seguito degli sviluppi processuali, non prenderemo a nostra volta iniziative contro i fornitori cinesi” aveva spiegato l’avvocato Enrico Nan.
Lo scorso 5 maggio la Guardia di Finanza aveva sequestrato oltre 250 mila mascherine contenute nei depositi di alcuni ospedali lombardi. Erano state notificate al legale rappresentante della società informazioni di garanzia per i reati di ricettazione, frode nell’esercizio del commercio, “vendita di cose con impronte contraffatte” e violazioni alla legge doganale, nonché a carico della società per l’illecito amministrativo conseguente ai reati.


