Provincia. “Siamo una delle categorie più penalizzate e dimenticate. Nessuno parla di noi e solo ora, seppur lentamente, si sta muovendo qualcosa sul piano sindacale”.
A lanciare il grido d’allarme è Richard Biffi, un venditore ambulante savonese. Uno sfogo, quello del commerciante, condiviso da un gruppo di ambulanti attivi sul territorio provinciale: “Siamo a casa da un mese e mezzo – racconta Biffi – in questo momento regna solo una grande confusione e non sappiamo che cosa ci aspetterà nel futuro”.

Sono circa 200 mila gli ambulanti attivi sul territorio italiano. O, per meglio dire, sono circa 200 mila le famiglie che da circa due mesi non battono cassa: “Siamo disposti a ripartire con regole nuove – afferma Biffi – niente sarà più come prima, ma la paura di farci tornare in attività non è molto giustificata, anche perché, lavorando all’aperto, i nostri rischi non sono paragonabili a quelli di un bar, per esempio”.
Tante le paure e le incertezze per gli ambulanti savonesi in questo periodo di emergenza, come il timore di essere gli ultimi a poter riaprire dopo essere stati tra i primi a smettere di lavorare: “I sindaci dei vari paesi in cui solitamente lavoriamo ci dicono tutti la stessa cosa, ovvero che aspettano quello che deciderà il Governo, ma nel frattempo noi siamo fermi a casa”.

Ultimo ma non ultimo dei problemi, l’incognita dei fornitori: “Una volta ripartiti dovremo tornare a rifornirci di merci per la nuova stagione, ma le piccole aziende da cui ci riforniamo sono anch’esse in difficoltà e questo aspetto aggiunge un’ulteriore nota di incertezza a questa situazione già estremamente difficile” conclude Richard Biffi.