L’emergenza Coronavirus come si sà ha imposto lo stop al calcio non solo in Italia (dove si sta valutando la possibilità di condurre degli allenamenti dopo il 4 il maggio, ipotesi ancora al vaglio), tuttavia per la ripresa dei campionati è arrivata dal Belgio una proposta che fa molto discutere: “Giocare indossando la mascherina è una possibilità da prendere in considerazione”, ha sostenuto il virologo Marc Van Ranst.
Tesi che non coinvolge le protezioni chirurgiche, sostiene l’esperto: “Sarebbero totalmente inadatte, meglio quelle anti-inquinamento”. Si studia come riprendere i campionati nella massima sicurezza di tutti i protagonisti, prassi obbligatoria ai tempi di questa ancora sconosciuta epidemia. E c’è chi, come vedete, per accelerare il ritorno del calcio, avanza proposte azzardate.
Intervistato da Le Soir, Marc Van Ranst, stimato professore all’Università di Leuven e anche esperto consultato dalla federcalcio belga ha sorpreso tutti: “Certamente non sto parlando di quelle da chirurgo – ha aggiunto -, che sono totalmente inadatte. Ma in commercio, anche online, ce ne sono di altre, come quelle anti-inquinamento che possono essere usate da giocatori di football americano e ciclisti. Quelle sono comode, e andrebbero bene”.
Il Belgio è stato il primo paese a dichiarare conclusa, senza assegnare titoli, la stagione calcistica nazionale, ma le reazioni dell’opinione pubblica e della Uefa, che ha minacciato di escludere dalle coppe i club del Paese, potrebbero portare a un ripensamento. Una decisione definitiva sarà presa in una riunione in programma la prossima settimana.
Certo che a giudicare da quanto sta avvenendo a Bruxelles e dintorni non c’è da essere ottimisti. Negli ultimi giorni il Belgio è diventato il paese dell’Unione Europea con il tasso di letalità più alto per la Covid-19. La percentuale di morti tra chi è risultato positivo al virus è del 14,3 per cento: circa 5.200 decessi sugli oltre 36mila casi positivi finora rilevati nel paese. È una percentuale superiore a quella già alta dell’Italia (13,1 per cento), del Regno Unito (13,3 per cento), della Francia (12,2 per cento) e della Spagna (10,5 per cento), i paesi nei quali in termini assoluti ci sono stati più morti.Le autorità sanitarie del Belgio dicono che l’alto tasso di letalità deriva dalla “massima trasparenza” con cui sono stati comunicati i dati dall’inizio dell’epidemia. Nel paese vivono 11,5 milioni di persone: ci sono quindi 419 morti per milione di persone a causa del coronavirus.
Il consiglio del professor Van Ranst che dice di fare come in Nicaragua, uno dei pochi paesi dove il calcio non si è fermato (gli altri sono Bielorussia, Burundi, Tagikistan e, da domenica, Turkmenistan, dove ricomincia il campionato) verrà quindi preso con le pinze.