Disapprovazione

Legambiente Liguria: “Per uscire dalla pandemia non abbiamo bisogno di un supercommissario, ma di investimenti”

L'associazione ambientalista: "Occorrono investimenti che garantiscano la salute dei cittadini"

santo grammatico

Genova. “Le dichiarazioni del presidente Toti rilasciate ad Avvenire sono preoccupanti. Mistifica e travisa la lotta alla burocrazia sostanzialmente chiedendo pieni poteri per due anni con la sospensione del codice degli appalti, delle gare europee, dei controlli paesaggistici, eliminando i certificati antimafia. Via tutto”. Lo dichiara Santo Grammatico, presidente di Legambiente Liguria, esprimendo grande preoccupazione in merito a quanto dichiarato al quotidiano nazionale dal governatore della regione Liguria Giovanni Toti.

“Utilizza la metafora del piano post bellico per promuovere un messaggio dannoso su tutti i piani, sociale, ambientale e economico – prosegue Grammatico -. Si annienterebbe il senso stesso del ruolo che le istituzioni hanno, in termini di programmazione degli interventi e di condivisione delle scelte, di trasparenza e si annullerebbe completamente la partecipazione dei cittadini, richiamando la solita fretta che le emergenze portano”.

“Una deregulation, una mancanza di controlli, un accentramento dei poteri e una discrezionalità nelle scelte, quello che il presidente chiede – afferma l’esponente dell’associazione ambientalista -, in una regione che come abbiamo ricordato presentando i dati nel nostro Rapporto Ecomafia 2019 vede una forte permeabilizzazione dell’imprenditoria illegale nel ciclo del cemento dove la Liguria si piazza al nono posto tra le regioni italiane con 220 infrazioni accertate con 402 denunce, 42 sequestri e un arresto”.

“Da notare il dato di Imperia, che resta la città con il più alto tasso di illeciti riferiti al ciclo di cemento della regione – sottolinea -, dove si registrano 75 infrazioni (2018) nel 2017 erano invece 63, quindi in crescita, e Genova che tocca le 53 infrazioni (2018) a fronte delle 12 del 2017”.

“Per uscire dalla crisi che la pandemia ha aggravato vanno piuttosto identificate le opere prioritarie sulle quali vi è un consenso trasversale e valutate anche in termini di gestione del distanziamento sociale che probabilmente saremo costretti a vivere ancora per diversi mesi. Non abbiamo bisogno di un super commissario, ma di chiarezza negli investimenti necessari a garantire la salute delle persone e la loro garanzia economica” conclude Grammatico.