Futuro da scrivere

Fasciolo (Silb): “Aiutare le discoteche non è un’eresia. Pronti a partire a luglio, ma dovremo ripensare tutto”

"Occorre riscrivere le regole e adattarsi, ne stiamo parlando con i colleghi della Spagna"

discoteca
Foto d'archivio

Savona. Fabrizio Fasciolo, presidente regionale e membro della giunta nazionale del Silb (Sindacato Italiano Locali da Ballo), soprattutto esperto lupo del mondo notturno dell’intrattenimento, non poteva restare indifferente al grido di dolore dei titolari di alcune delle più prestigiose discoteche della provincia che si è alzato ieri su IVG.

“In sede nazionale – spiega – stiamo lavorando per prepararci alla finestra di una possibile riapertura l’1 luglio, qualora i contagi si avvicinino allo zero. Proprio ieri ho sentito i colleghi spagnoli, che di vita notturna se ne intendono, a cominciare da Ibiza, e anche loro lavorano sulla nostra stessa falsariga, contando su App come La Immuni e cercando di organizzarsi nonostante le inevitabili restrizioni”.

Ma potrebbero essere restrizioni che snaturano lo stesso concetto di discoteca… “Intanto bisognerà essere consapevoli – spiega Fasciolo – che si potrà lavorare con presenze attorno al 25-30% della capienza certificata. Cioè, se quest’ultima è, per fare un esempio, di 1000 persone, ne potremo accogliere circa 300. Poi bisognerà dotarsi di misuratori di febbre, pensare ai servizi igienici da sanificare di frequente, adottare accorgimenti per il distanziamento come le transenne al banco bar: magari eleganti e originali ma pur sempre transenne”.

Quindi Fasciolo pone com’è inevitabile l’accento sul fatto che, a fronte di notevoli investimenti per poter riaprire, non c’è alcuna certezza sull’afflusso nei locali: “Come per gli altri comparti del nostro turismo il bacino è costituito da lombardi e piemontesi, quindi in arrivo proprio dalle regioni più colpite dal virus. Abbiamo bisogno di promozione e sostegno, come sta facendo ad esempio l’Emilia Romagna del presidente Bonaccini”.

È così, per rendere meglio il concetto, va con la memoria al 1994, quando la mucillagine devastò le spiagge di quelle zone: “Ci si rese presto conto che i turisti arrivavano lo stesso, che più ancora che al mare erano interessati al ‘divertimentificio’ costituito dalle migliaia di locali notturni. Rilanciarono subito quell’industria, cosa che da noi non accadde, e fecero centro, anche perché non c’è turismo e vita estiva senza giovani”.

Ma com’è possibile ballare in queste condizioni? Come immaginare una “serata”? “Questa è la domanda delle cento pistole – ammette il presidente regionale del Silb – Discoteca è ammassarsi, è fisicità, contatto. Bene, fino all’arrivo del vaccino, per tutta questa fase intermedia, dovremo immaginare un altro mondo, ad esempio lavorando ai tavoli”. Fasciolo non pensa solo alle discoteche propriamente dette: “Siamo la zona d’Italia che ha più sale da ballo per il liscio, il revival, i balli di coppia e di gruppo, anche solo il latino americano. Anche in questo caso occorre riscrivere le regole e adattarsi”.

Da tutto questo viene fuori un quadro assai negativo, con il rischio che qualcuno non riapra più. Conclude allora Fasciolo: “Sono criticità che stiamo studiando in tutte quelle parti d’Italia e d’Europa che vivono di turismo, da Rimini al Salento e a Ibiza. Anche il Silb deve far parte a livello nazionale di una sorta di Unità di crisi che tenga conto delle nostre esigenze e soprattutto stanzi risorse, anche per chi è destinato a non farcela. Soldi alle discoteche? Può sembrare un’eresia ma non lo è affatto, se davvero vogliamo salvare il nostro turismo”.

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