Festa della donna

Festa della Donna, le Sardine savonesi: “Parole di alcuni politici sono note stonate”

"Non rendiamo vane le lotte delle nostre nonne, delle nostre mamme, in un giorno in cui si celebra la dignità della donna"

Sardine Savona
Foto d'archivio

Savona. “Le donne combattono da più di un secolo per diritti che avrebbero dovuto essere acquisiti dalla nascita ed è proprio per questo che oggi, le parole di alcuni esponenti politici ci arrivano come note stonate per l’anno 2020. La revoca del diritto all’aborto o il ritorno al patriarcato, ci fanno fare un salto nel passato di almeno 100 anni, annullando le lotte che le donne hanno perpetrato per decenni, riportando una disparità sociale all’interno della nostra Società. I maltrattamenti nei confronti delle donne, i femminicidi, ingrigiscono ogni giorno le pagine dei nostri giornali, il web, i media, corredati da commenti sessisti e misogini, frutto di un maschilismo frustrato e dilagante, supportato da politici che gettano alla mercè di bruti e leoni da tastiera donne, solo per denigrare le loro gesta per paura di mettere in mostra le loro poche ed aride caratteristiche”.

A parlare sono le 6000 Sardine Savona, che ricordano come l’8 marzo sia la festa della donna. “La giornata della ‘Festa della Donna’ ha origini nei primi del ‘900 quando il movimento femminista cominciò a far sentire la sua voce, rivendicando i diritti delle operaie ed il 23 Febbraio 1909 negli Usa, si svolse la ‘prima giornata delle donne’, la seconda il 27 Agosto del 1910 a Copenaghen fino ad arrivare all’8 marzo 1917 a San Pietroburgo, dove il ‘movimento delle donne’ scese in piazza per manifestare contro la fine della guerra. Il movimento fece capolino in Italia il 12 marzo del 1922 per arrivare alla prima ufficializzazione di tale data, l’ 8 Marzo 1972, dove il movimento femminista scese in piazza per manifestare a favore della parità di salario tra gli operai di sesso maschile e quello femminile, ma non solo, per il diritto all’aborto e alla rivendicazione della dignità femminile”, spiegano le Sardine facendo un salto nei libri di storia.

“Ma sapete qual è la cosa più incresciosa? La maggior parte dei commenti – continuano – proviene da altre donne. E allora è proprio a loro che ci rivolgiamo, alle donne, le quali sanno perfettamente quanto è difficile identificare il proprio ruolo all’interno della società pur essendo mamme, mogli, amanti e amiche; ci rivolgiamo a tutte quelle donne che sanno cosa significa vivere un amore malato, che dilania la mente, l’anima ed infine il corpo, annullandosi di fronte a colui che dovrebbe essere un porto sicuro e si tramuta in mare in tempesta: non smettete di lottare per i vostri diritti e soprattutto insegnate alla vostre figlie l’indipendenza e non la sudditanza”.

“Le donne hanno combattuto per ottenere i diritti di cui oggi godiamo, per la nostra emancipazione: non rendiamo vane le lotte delle nostre nonne, delle nostre mamme, in un giorno in cui si celebra la dignità della donna”, concludono.

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