Savona. Una raccolta fondi per sostenere economicamente la terapia intensiva dell’ospedale San Paolo di Savona durante l’emergenza Coronavirus. A lanciarla sulla piattaforma GoFundMe è una savonese, Anna Iuculano, abitante a Lavagnola.
“Abbiamo capito che questo Coronavirus non è una comune influenza ma è una cosa più seria – scrive sulla pagina della raccolta – Aiutare il nostro servizio sanitario, ed in particolare il reparto di terapia intensiva, è una maniera efficace per dare il nostro contributo”.
“L’ospedale San Paolo di Savona conta 7 letti in rianimazione e 6 letti in terapia intensiva che sono già occupati da pazienti affetti da Covid-19; la situazione è urgente e le strutture necessitano di potenziare le loro risorse – spiega Anna – Per cominciare, abbiamo fissato inizialmente un obiettivo di 20 mila euro, il costo medio per curare un paziente con complicazioni da coronavirus (periodo di degenza di 2 settimane)”.
“Ogni 20 mila euro raggiunti è un paziente in più che possiamo curare più velocemente. Potrebbe essere la nostra vicina, il nostro amico al bar o un nostro parente. I fondi – garantisce – saranno trasferiti direttamente all’ASL2 Savonese, in particolare alle strutture ospedaliere incaricate alla gestione dei pazienti affetti da Covid-19 per il rafforzamento del reparto di terapia intensiva”.
“Meno mascherine più solidarietà! – è lo slogan della raccolta – Dicono di noiliguri che abbiamo il ‘braccino corto’, dimostriamo invece che abbiamo #BRACCIALUNGHE”.
Nel momento in cui scriviamo (ore 9.43) la raccolta ha già superato gli 8.600 euro, grazie a 300 donatori. PER DONARE FAI CLIC QUI. Tra i donatori un gruppo di ragazzi di Spotorno, sportivi, ex calciatori e “Fantallenatori”, che hanno deciso di offrire la cifra di 2500 euro al reparto di terapia intensiva dell’ Ospedale San Paolo di Savona, “rinunciando a un po’ del nostro per aiutare la sanità locale in questo momento di emergenza – hanno dichiarato i generosi donatori – Ci auguriamo che questo gesto possa essere capito e ripetuto da altri gruppi di giovani sportivi”.
Dal comitato “Amici del San Paolo” dicono: “Siamo grati per la loro straordinaria dedizione a dimostrazione, se ce ne era ancora bisogno, che il servizio sanitario nazionale è fatto di donne e uomini di grande valore professionale e umano che richiederebbero più rispetto in tempi di ‘pace’. E ci fa piacere sottolineare il termine di servizio e non di sistema. In questi giorni se ne comprende meglio la differenza: non per soldi, ma per servizio, amore per il lavoro, umanità, chi è in trincea e rischia, rischiano i loro figli, le loro famiglie, ci dà una lezione nei fatti. Un esercito che non arretra”.
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