Cisano sul Neva. Un atto di indirizzo per “la giusta commemorazione del 10 febbraio ‘Giorno del Ricordo’, una data ricca di valori a cui dare un significato ancora più denso e forte”. E’ questo lo spirito con cui Agostino Morchio, consigliere comunale di Cisano sul Neva, ha presentato una mozione da discutere nella prossima seduta di consiglio comunale.
“L’obiettivo è che anche a Cisano Sul Neva dall’anno prossimo si celebri in maniera ufficiale il 10 febbraio ‘Giorno del Ricordo’ come solennità nazionale civile riconosciuta dalla Repubblica italiana, che come previsto dall’articolo 1 della legge numero 92 del 30 marzo 2004 vengano promosse, sostenute e coordinate iniziative dedicate agli studenti e che si intitoli un luogo pubblico ai Martiri delle Foibe. Promotore lo scorso ottobre in una manifestazione semplice, sentita e raccolta del ricordo di Norma Cossetto la giovane studentessa catturata barbaramente gettata ancora viva in una foiba e fatto affiggere pochi giorni fa negli spazi delle pubbliche affissioni in centro e nelle frazioni un manifesto sul 10 febbraio ‘Giorno del Ricordo’, ho raccolto con entusiasmo l’invito di amici e cittadini”.
“Per non dimenticarci delle foibe che sono una tragedia, forse ancora poco conosciuta ai più, a volte anche negata, ma troppo spesso ancora dimenticata, trovo giusto a livello comunale, come già accade in altri centri della provincia, arrivare ad istituzionalizzare la ricorrenza del ‘Giorno del Ricordo’ per attribuirle dignità e valore ufficiale al pari di altre date riconosciute dalla Repubblica e dalle leggi in vigore. I fatti sono alla base della veridicità della storia che non può essere scritta ne’ dai vincitori né dai vinti. Un oggettivo racconto, imperativo di ogni democrazia che si rispetti, è un dovere civile che, più forte di qualsiasi ideologia e di qualsiasi negazionismo, deve portare a ricordare e far conoscere anche la tragedia delle Foibe, soprattutto ai giovani”.
“Le pagine della nostra storia nazionale, anche le più difficili, le più brutte e le più inspiegabili devono infatti essere trasmesse alle future generazioni perché non si ripetano. Senza una memoria universale e condivisa ci esponiamo al rischio di dimenticare o di sottovalutare che violenza e sopraffazione possano tornare a prevalere sulla pacifica convivenza fra i popoli”, conclude Morchio.