Alassio. Non è tanto il virus in sé a spaventare, quanto le conseguenze in termini di immagine, e di conseguenza turistico-commerciali, per la cittá a fare paura.
È questo il pensiero comune della stragrande maggioranza dei commercianti alassini, che stanno giá vivendo ripercussioni per le notizie sui casi positivi di Coronavirus registrati ad Alassio e temono che, con il passare dei giorni, la situazione possa precipitare ulteriormente.
Fabrizio Castello, barista alassino, racconta: “Un po’ di gente è andata via dopo la notizia del primo caso in Liguria, ad Alassio – spiega – prima abbiamo lavorato abbastanza bene, anche perché la gente veniva qui conscia del fatto che la Liguria era ancora a quota zero casi. La nostra paura è l’ipotesi di dover chiudere, anche perché questo non farebbe di certo bene alla nostra attività”.
Un paradosso per la cittá che si è vista improvvisamente affollata di turisti dal nord Italia nel weekend e che da ieri, giorno della notizia del primo contagio accertato, ha vissuto l’esatto opposto, con presenze leggermente maggiori al mattino, ma con grosse difficoltá nella fase pomeridiana e nella fascia degli aperitivi.
In particolare gli alberghi hanno subito un durissimo colpo e, alcuni di essi, sarebbero giá pronti a chiudere i battenti per mancanza e perdite di prenotazioni: “Noi siamo molto tranquilli, anche se dopo sabato sono iniziate ad arrivare le disdette – spiega Raffaella Iaffardano, pasticcera – i mass media hanno esagerato. Non è bastato il ponte Morandi e le autostrade. Alassio è bellissima, la giornata è splendida, venite nella nostra città perché vi troverete sicuramente bene”.
“Noi ce la viviamo suonando – sdrammatizza Nando Rizzo, titolare di un negozio di strumenti musicali nel budello di Alassio – al di l à dell’inizio, dove c’è molta incomprensione, speriamo che questa influenza passi in fretta”.
Siamo stati all’hotel Ligure, una delle strutture alberghiere piú rinomate di Alassio, dove le prime disdette ci hanno rivelato essere arrivate “appena mezz’ora dopo la notizia del primo caso accertato” e con “disdette continue anche di camere prenotate per i mesi di aprile e maggio”.
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