Savona. Esce oggi su Amazon e in alcune librerie savonesi “Le bombe di Savona ’74 – ’75: i protagonisti, le immagini, la verità”. Il libro di Massimo Macciò costituisce l’ideale complemento di “Una storia di paese”, il volume (pubblicato a luglio 2019) che ripercorre, con nomi e cognomi dei protagonisti, la tragica epopea delle bombe di Savona e ne propone una spiegazione – basata su documenti in gran parte inediti e su nuove testimonianze – “decisamente difforme – spiega l’autore – da quella ufficialmente tramandata da buona parte dell’establishment savonese e ligure”.
A distanza di sei mesi, il nuovo libro presenta innanzitutto una serie di interviste, in gran parte inedite, ad alcuni tra i maggiori protagonisti della vicenda che, tra il 30 aprile 1974 e il 26 maggio 1975, vide Savona oggetto di una serie di attentati unica nel suo genere: dodici bombe scoppiate nei portoni delle case, davanti alle scuole, lungo i viadotti ferroviari e autostradali e così via, con il tragico epilogo di una vittima e decine di feriti. Tra i tanti, le voci di Giovanni Russo (l’avvocato savonese allora esponente della Democrazia Cristiana locale e che fu in seguito deputato per la stessa DC) e di don Giampiero Bof, il teologo che nel periodo delle bombe svolse anche il ruolo di insegnante al Liceo classico “Gabriello Chiabrera”, allora frequentato dai ragazzi della borghesia savonese.
E, ancora, l’intervista a Lelio Speranza presidente del Comitato Provinciale Antifascista e organizzatore (sulla base dell’esperienza maturata nei partigiani, di cui Speranza fu uno dei responsabili locali) di quella vigilanza organizzata nei quartieri e nelle fabbriche che vide la gente di Savona protagonista di una reazione popolare “dal basso” che ha pochi eguali nella storia del dopoguerra europeo.
“Attraverso le parole di questi e degli altri protagonisti delle interviste – racconta Macciò – i lettori potranno ripercorrere ‘in presa diretta’ i momenti fondamentali ma anche gli umori e le sensazioni dei giorni delle bombe: le esplosioni, la risposta della popolazione, il ruolo dei protagonisti dall’una e dall’altra parte della barricata, la vigilanza popolare, i ritardi nelle indagini, i depistaggi e così via”.
“Nel Post Scriptum finale – spiega l’autore – ho poi tentato, sempre sulla base della documentazione raccolta (tra cui un lungo scambio epistolare particolarmente significativo con Vincenzo Vinciguerra) e di una testimonianza riservata e a suo modo sconvolgente (quella del senatore a vita Paolo Emilio Taviani) di dare un’interpretazione storica degli attentati savonesi. Un’interpretazione credo sorprendente, che da un lato spazza via le teorie ‘savonacentriche’, ancora molto in voga nel capoluogo, e dall’altro pone le ‘bombe di Savona’ al centro di un conflitto internazionale probabilmente decisivo per le sorti del nostro paese, in quel particolare momento storico che va sotto il nome di ‘strategia della tensione’. Fino ad arrivare a un paradosso addirittura ‘feroce’ nei confronti di Fanny Dallari, la vittima degli attentati: quelle di Savona potrebbero essere state ‘bombe per la pace’ o, quantomeno, il mezzo per giungere a una tregua tra due fazioni del ‘partito americano’ l’una contro l’altra armate per decidere l’atteggiamento da assumere nei confronti del PCI”.
Una ricca serie di foto e immagini completa il volume.



