Andora. “L’acqua è un bene primario e un diritto universale. Non può e non deve essere oggetto di lucro. La decisione, di una maggioranza ‘ristretta’ dei sindaci dell’ambito imperiese, di permettere l’ingresso in Rivieracqua di soci privati sino al 49% del capitale va contro la volontà dei cittadini, che si sono espressi nel Referendum del 2011 con una schiacciante maggioranza”.
Parola della deputata del Movimento 5 Stelle Leda Volpi, che è intervenuta in relazione alle recenti decisioni dei Sindaci dell’ambito territoriale imperiese (ma che riguarda anche Andora, Testico e Stellanello).
Ha proseguito: “La situazione disastrosa in cui versa Rivieracqua ha dei responsabili che auspico siano individuati e puniti e in ogni caso non deve essere messo in discussione il principio dell’acqua come bene pubblico: nella gestione del servizio idrico integrato occorre tutelare esclusivamente gli interessi dei cittadini, azzerando gli sprechi e promuovendo un’amministrazione virtuosa”.
“I privati invece hanno interessi diversi perché perseguono finalità di lucro e i dati parlano chiaro: nel periodo 2010-2016 le quattro principali multiutility del Paese (Iren, A2a, Hera e Acea) hanno distribuito ai loro azionisti 2 miliardi e 983 milioni di dividendi. Il reddito prodotto dalla gestione è passato, nello stesso lasso di tempo, dal 17,4% al 24,6% e di tutti questi utili ben il 91% è andato agli azionisti in dividendi. Mentre le tasche dei gestori privati si gonfiavano, gli investimenti calavano dal 58% del 2010 al 40% sei anni dopo. Il privato ha poco interesse nell’investimento a lungo termine”.
“Mi duole il fatto che il caos derivante dalle incapacità nell’amministrazione dell’acqua nell’imperiese produrrà notevoli rincari che pagheremo noi cittadini”.
“La prima stella del simbolo del MoVimento 5 Stelle rappresenta proprio l’acqua pubblica e in Parlamento è in corso l’iter della nostra legge che si prefigge l’obiettivo di favorire la definizione di un governo pubblico e partecipativo del ciclo integrato dell’acqua, in grado di garantirne uso sostenibile e solidale, nel quadro delle politiche complessive di tutela e di gestione del territorio, senza finalità lucrative”.
“Proprio in questo momento storico in cui le conseguenze della privatizzazione dei beni pubblici – vedi autostrade- stanno emergendo anche con risvolti pesanti e drammatici tanto da indurre il governo a pensare a scelte di rinazionalizzazione, appare folle questa scelta di alcuni sindaci della provincia di Imperia di andare nella direzione opposta”, ha concluso.