Albenga. “Per una volta mi spiace avere ragione, ma ancora una volta, a livello politico, i fatti mi danno ragione, dimostrando come la sciatteria dell’amministrazione di centrosinistra faccia solo danni alla città di Albenga e ai bilanci del Comune”. Inizia così l’intervento del consigliere di minoranza ingauno di Forza Italia Eraldo Ciangherotti con riferimento alla vicenda della vendita della farmacia comunale di via Dalmazia (“ex farmacia degli Ingauni”).
Spiega Ciangherotti: “La maggioranza, nonostante più volte, in oltre 5 Consigli comunali differenti, avessi avvertito e denunciato che la procedura seguita per la vendita fosse sbagliata, ha voluto a tutti i costi fare di testa sua, facendo prevalere il diritto di prelazione delle due farmaciste comunali, Sconti e Varrasi, che avevano partecipato alla gara di vendita presentando una offerta inferiore alla San Rocco di Ceriale. Ovviamente, avendo le due dipendenti comunali esercitato il diritto di prelazione, la San Rocco ha fatto ricorso e la Corte di Giustizia Europea le ha dato ragione. In pratica Sconti e Varrasi dovrebbero rinunciare alla farmacia. Credo faranno ricorso, allungando di qualche anno la restituzione, ma le procedure parlano chiaro e il ricorso sarebbe solo un modo per prendere tempo. Spiace sia per le due farmaciste, ex dipendenti di Palazzo civico, che si sono licenziate e che rischiano di perdere tutto, spiace per la cordata di imprenditori che con il loro gruppo hanno investito in questo affare e già lavorano ad Albenga creando ricchezza e posti di lavoro”.
“Per l’amministrazione di centrosinistra si tratta dell’ennesima brutta figura, dovuta a supponenza e leggerezza, eppure al suo interno ci sono anche avvocati e burocrati sanitari che dovrebbero sapere come funzionano gli appalti. Venne addirittura protocollata, in tempo utile per una sospensiva da parte dell’amministrazione comunale, una precedente sentenza europea che preannunciava l’esito del ricorso della farmacia San Rocco ma nulla, Tomatis e Cangiano andarono avanti e di fretta, pur di incassare dalla vendita quel milione di euro per spenderlo in campagna elettorale. Dire ‘l’avevo detto’ non mi fa stare meglio, ma forse qualche volta, anzichè insultarmi, l’amministrazione potrebbe pensare che i miei interventi non sono frutto di megalomania, ma di conoscenza delle pratiche”, conclude Ciangherotti.