Situazione difficile

Frane e crollo A6, Berta (Confindustria): “Danno incalcolabile, posti di lavoro a rischio” fotogallery

"Ogni giorno il porto di Savona manda verso il basso Piemonte 1000 mezzi, senza la A6 le aziende perderanno clienti"

Provincia. “Il danno è incalcolabile, perché le merci che arrivano al porto di Savona servono anche le imprese della Valbormida. Pensiamo al carbone per Italiana Coke o alla soda e altri materiali per quanto riguarda le vetrerie. Il porto di Savona manda verso Valbormida e basso Piemonte tramite la A6 mille mezzi al giorno. E poi c’è il problema del dispacciamento dei materiali: le merci prodotte devono poter raggiungere i clienti. Le aziende alimentari della Valbormida che devono raggiungere i clienti della riviera e del centro Italia, oltre ad avere il problema del Ponte Morandi oggi devono fare dei giri allucinanti. Se non verrà riaperta al più presto almeno una corsia dell’autostrada rischiano di perdere i clienti: perché quando non lo puoi raggiungere con le forniture tre, quattro, cinque volte poi il cliente si rivolge a qui altro fornitore. La situazione è critica”.

Il grido d’allarme arriva da Alessandro Berta, direttore dell’Unione Industriali savonese. Il crollo del viadotto della A6, avverte, rischia di mettere in ginocchio un tessuto produttivo già pesantemente in crisi negli ultimi anni e messo alla prova da un anno e mezzo dalla chiusura della A10 a Genova. La chiusura dell’autostrada verso il Piemonte (riaprirà a una corsia entro qualche giorno, ma per una piena operatività serviranno almeno 4 mesi) avrà ripercussioni pesanti sulle aziende: e “imprese in crisi – avverte Berta – significa casse integrazioni se non posti di lavori che si perdono”. Nuova povertà per un territorio già ampiamente provato da questo punto di vista.

E poi ci sono le situazioni contingenti. Il 12 dicembre inizierà ad operare Vado Gateway, la nuova piattaforma contenitori creata da Maersk: dove passeranno quei camion? “La preoccupazione iniziale in questo caso per me è inferiore rispetto a quella per altre tipologie di traffico portuale – replica però Berta – Pensiamo al Savona Terminal Auto, che fa viaggiare circa 600 mezzi tra Savona e Torino e che dà il 60% del lavoro alla compagnia portuale: senza la Savona-Torino in grado di reggere quel traffico rischiamo di avere moltissime persone in cassa integrazione o persone al porto che non possono lavorare”.

Problemi anche per Italiana Coke: “C’è un problema di instabilità di alcuni piloni, la perizia confermerà che non sono utilizzabili le linee questo comporterà una serie di lavori di messa in sicurezza dei cavi e degli interventi notevoli, ma più che altro un cambiamento del metodo di trasporto (via camion) che porterebbe a maggiori costi tra 0,5 e 1 milione di euro”.

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