E ora?

Regionali 2020, il voto in Umbria rimbalza sulla Liguria: dialogo più difficile tra Pd e M5S?

Non tramonta l'ipotesi giallo-rossa, Lunardon: "È ancora in piedi, ma prima parliamo di obiettivi"

Sedi istituzionali e palazzi del governo

Liguria. Nonostante l’esito fosse in parte previsto, il voto in Umbria con la vittoria del centrodestra, da alcuni considerato primo test politico per il Governo e la nuova maggioranza giallo-rossa, sta rimbalzando con forza anche in Liguria in vista delle elezioni regionali del 2020, per le quali erano già partite le prime manovre di alleanza, con diretto riferimento alla costruzione del “nuovo centrosinistra” che vede dentro tutti gli attuali gruppi di opposizione, ovvero Pd, M5S, Rete a Sinistra e ora anche Italia Viva.

Donatella Tesei, la candidata di Salvini, ha trionfato con un distacco di quasi il 20% su Vincenzo Bianconi, appoggiato da M5S, Pd e Leu. Ma soprattutto crollano i cinque stelle (al minimo storico del 7,5% quando alle politiche 2018 avevano ottenuto il 27,5%) e anche i Dem sono in calo (21,3%).

E’ chiaro tuttavia che il contesto politico-elettorale umbro era soggetto ad alcuni elementi che non saranno certo presenti nel territorio ligure, in particolare il sodalizio Pd-M5S nella regione del centro Italia è stato visto come una “innaturale forzatura” rispetto ai mesi precedenti e ai fattori che avevano portato al voto anticipato. Quindi un esame politico sicuramente relativo.

Tuttavia è altrettanto vero che il risultato potrebbe mettere qualche ostacolo in più rispetto alla coalizione “under costruction” che si vuole realizzare contro il governatore uscente Giovanni Toti.

Il Partito Democratico si riunisce oggi con altre forze del centrosinistra (Italia Viva, Linea Condivisa, Articolo 1, La Sinistra) e senza M5S per iniziare a ragionare su come muoversi in vista delle regionali in Liguria della prossima primavera. “Una sconfitta non può fermare le alleanze Pd-M5S”, afferma il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, più che mai convinto che comunque, da soli, i due partiti non possano andare da nessuna parte. E se è vero che recuperare anni di amministrazioni fallimentari e problematiche nella regione del centro Italia non era semplice, forse Zingaretti e Di Maio, ma ancora di più il premier Giuseppe Conte, si aspettavano qualcosa di meglio.

Eppure l’ipotesi di un’alleanza Pd-M5S in Liguria non è affatto tramontata. I contatti spasmodici tra centrosinistra e grillini non sembrano destinati ad interrompersi, anche perchè si è ormai tutti consapevoli che solo una unione, con un candidato forte e di appeal, potrà essere in grado di reggere contro il presidente uscente.

“Per quello che mi riguarda l’ipotesi è ancora in piedi – spiega Giovanni Lunardon, capogruppo dem in Regione – anche se credo che dobbiamo evitare un errore, che è quello di pensare che possa esistere uno schema calato dall’alto. Certo non basta un accordo, bisogna individuare quali sono gli obiettivi concreti su cui costruirlo. Prima verifichiamo se c’è una base comune per costruire intese solide. In Umbria hanno inciso molto ragioni locali, ed è comunque una sconfitta molto netta che deve far riflettere”.

È pur vero che i Cinque Stelle, dal canto loro, non possono più ignorare la gravissima crisi di consensi, inesorabile a partire dal matrimonio con la Lega, e dopo l’ennesimo schiaffone la tentazione è quella di chiudere per sempre alle alleanze coi partiti, con un ritorno alle origini come spinge la base in queste ore di fibrillazione. “Questa esperienza testimonia che potremo davvero rappresentare la terza via solo guardando oltre i due poli contrapposti”, si legge sulla pagina Facebook del Movimento. La strategia di Alice Salvatore è comunque improntata alla cautela.

Con o senza M5S, nel Pd ligure c’è chi da mesi prova a ricostruire una coalizione in grado di tenere testa all’alleanza di Toti, ma nel frattempo è arrivata l’ennesima scissione, che si chiama ‘Italia Viva‘ e che ha già fatto i suoi proseliti liguri a Roma (Raffaella Paita), in Regione (Juri Michelucci e Valter Ferrando), così come in altre realtà comunali. [tag name= ‘regionali 2020’]

E oggi Il presidente Toti su Facebook ha lanciato un messaggio ai futuri sfidanti: “Le alleanze costruite solo sul potere, passando sopra ogni differenza pur di salvare la poltrona, non imbrogiiano nessuno. Crollano sia Pd che Movimento 5 Stelle. Aspettiamo con trepidazione di confrontarci con la coalizione giallo-rossa nelle altre regioni”.

Ma poi sul voto si lamenta: “Il centrodestra stravince, con un potente urlo di orgoglio sovranista e una voce sempre più flebile dei moderati. Lega e Fratelli d’Italia, i due partiti più nuovi e con i messaggi più chiari, insieme, sfiorano la maggioranza assoluta (complimenti!). Altrove, c’è ancora molto lavoro da fare”.

La ri-candidatura del governatore nessuno la mette in dubbio, ma è chiaro che in una situazione del genere il Carroccio detterebbe legge all’interno della coalizione. Di conseguenza si sentirebbe più forte la voce di chi lo chiama ‘burattino’ dei leghisti, e Toti lo sa meglio di tutti.

Poi c’è la grande incognita Forza Italia. Se è vero che i reduci berlusconiani, ridotti ormai al lumicino (5,5% a Perugia e dintorni), non ci guadagnerebbero nulla con lo sgambetto all’ex pupillo del Cav, è comunque meglio tenere d’occhio Claudio Scajola e i suoi fedelissimi. Ricordandosi che loro, a Sanremo, hanno appoggiato il candidato (vincitore) del Pd. In ogni caso, una presenza scomoda che potrebbe sottrarre voti al bacino elettorale del governatore, dando così un vantaggio agli avversari: quest’ultimi pronti a inglobare nel sodalizio anti-Toti non solo componenti civiche o ex partitiche, ma anche Verdi e ambientalisti che in altre parti d’Europa sono tornati in voga.

Insomma già da qui a Natale si potranno intravedere i futuri assetti politici e di alleanze per le prossime elezioni regionali, contando che sul fronte delle attuali minoranze, se è vero che si continua a parlare di dare priorità ai programmi e alle proposte, la scelta del candidato presidente così come dei candidati consiglieri appare decisiva: su questo le convergenze e le sintesi non saranno certo semplici.

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