Presenza

Da Cadibona ai Balcani: al raduno di Savona anche Egidio Alpicrovi, alpino di 99 anni Croce al Merito nella Seconda Guerra Mondiale

Con tutta probabilità è l'ultimo superstite della Divisione Alpina “Cuneense” del Regio Esercito Italiano che prese parte alla Seconda Guerra Mondiale

Egidio Alpicrovi Alpino

Savona. Se non è l’alpino più longevo d’Italia poco ci manca. Con tutta probabilità è l’ultimo superstite della Divisione Alpina “Cuneense” del Regio Esercito Italiano che prese parte alla Seconda Guerra Mondiale. Egidio Alpicrovi, alpino savonese classe 1920 decorato con la Croce al Merito di Guerra, non poteva quindi assolutamente perdersi il 22° raduno degli alpini in programma questo fine settimana a Savona.

Nato il 1^ settembre 1920 a Cadibona, a 19 anni la coscrizione obbligatoria lo costrinse ad arruolarsi nella Divisione Cuneense a Borgo San Dalmazzo, in provincia di Cuneo. Destinato al Battaglione Ceva, allo scoppio del conflitto operò sul Colle di Tenda contro l’esercito francese.

Più tardi, quando si aprì il fronte nei Balcani, fu impegnato nella campagna di Albania, Grecia e Jugoslavia. Nel 1943 fu congedato e destinato al lavoro in miniera, che era equiparato al servizio militare. Si ritrovò a lavorare quasi vicino a casa, nella torbiera di Cadibona. Al termine della guerra lavorò come infermiere professionale fino agli anni ’70 del secolo scorso, quando andò in pensione.

Oggi, dopo 74 anni dalla fine della guerra, Egidio Alpicrovi indossa ancora orgogliosamente il cappello con la penna nera. Quest’oggi, insieme ai figli, all’apertura del raduno degli alpini, ha incontrato il sindaco di Savona Ilaria Caprigolio e gli altri rappresentanti dell’amministrazione comunale e ha “riabbracciato” i suoi colleghi commilitoni.

Soprattutto quest’ultimo incontro è stato particolarmente sentito: “Ovviamente l’età si fa sentire – spiega il nipote Andrea Alicrovi – ma nonostante questo quando ha incontrato alcuni generali del corpo mio nonno ha manifestato grande emozione. Difficilmente potrà partecipare in prima persona a tutti gli eventi che si terranno questo fine settimana, ma sicuramente incontrare tante altre ‘penne nere’ lo ha riempito di una grande gioia. Quando eravamo piccoli ci raccontava sempre aneddoti legati alla sua permanenza tra gli alpini, soffermandosi spesso su ricordi legati alla neve, al freddo, al vento, alla pesantezza degli scarponi”.

Come si dice in questi casi, le amicizie strette “in trincea” sono quelle più durature e affratellano in maniera particolare. E chi diventa alpino resta alpino per sempre. E per gli Alpicrovi, in particolare, il rapporto con il corpo degli alpini è davvero una questione di famiglia: “Nel ruolino della Divisione Cuneense – spiega ancora Andrea – era citato un altro Alpicrovi, Natale, disperso durante la campagna di Russia (dove persero la vita due fratelli di mio nonno). Inizialmente pensavamo fosse un fratello di mio nonno, ma in questi giorni abbiamo scoperto che si trattava di un fratello di suo padre, quindi uno zio di mio nonno”.