Savona. “In questi giorni in città sono usciti i manifesti relativi al bando per l’assegnazione di alloggi in affitto a canone moderato nell’area ex Balbotin dove ovviamente l’ennesima operazione di riqualificazione urbana si è manifestata in una colata di cemento priva di spazi collettivi e soprattutto di zone fittamente alberate poiche’ quattro povere piante circondate dal cemento non fanno una area verde per combattere il caldo e favorire un minimo contributo alla lotta al cambiamento climatico. Savona, unico comune in provincia per ora, ha aderito alla mozione contro il cambiamento climatico ma pare essersi dimenticata degli impegni previsti a cominciare dal piano contro le emissioni inquinanti”.
Così Danilo Bruno, esponente dei Verdi savonesi.
“In Europa vi sono numerosi esempi di quartieri e abitazioni dove vi sono appartamenti con numerosi spazi comuni e collettivi gestiti dai medesimi condomini in una logica di partecipazione sociale. Si tratta di un modello abitativo dove agli spazi privati, magari più piccoli, si associano altri collettivi come cucine, biblioteche, giochi, che vengono gestiti in forma collettiva e soprattutto dove si tende a sostenere la socializzazione fra gli abitanti e il mutuo aiuto fra di loro. Si pensi a strutture dove agli spazi privati di possano creare momenti di condivisione nel sostegno ad anziani soli o magari di comune attività di gioco fra bambini e bambine, che possono essere così anche sorvegliati da singoli e diversi inquilini a rotazione” aggiunge.
Si tratterebbe di favorire processi aggregativi della società in una logica di sussidiarietà orizzontale al fine di poter anche superare l’isolamento sociale degli anziani, dei malati e soprattgutto di tutte quelle persone, che in qualche modo si sentano sempre più sole. Noi Verdi crediamo che questa proposta possa aiutare le persone a superare il dramma dell’isolamento sociale in una logica di una comunità solidale ed accogliente superando l’assurda concezione di sicurezza del centrodestra locale fatta di persone “guardinghe, chiuse in casa, attente solo al numero di telecamere poste in città e bisognose di sostegno e di controllo continuo contro un mondo esterno composto solo di nemici pronti ad aggredirti”.
“Noi Verdi crediamo che la nascita di strutture di cohousing possa anche favorire una forma di sicurezza urbana positiva, accogliente dove le persone contribuiscono a mantenere gli spazi comuni e si sostengono a vicenda in una logica inclusiva e democratica”.
“A Savona vi è necessità di bloccare tutte le edificazioni inutili, di non consumare più suolo e di non costruire più spazi pieni di cemento e privi di alberi e soprattutto puntare alla riqualificazione urbana e al recupero di edifici in una logica di appartamenti a canone ridotto o di edilizia popolare, favorendo operazioni di cohousing in uno spirito sociale collettivo”.
“Poi se vogliamo aprire il capitolo degli edifici ormai abbandonati da funzioni pubbliche ne citiamo tre giusto per la cronaca: l’ex Miramare, l’Istituto per l’Infanzia e il palazzo sulla piazza di Legino inutilmente acquistato dalla Provincia a presidenza Garassini, allora in versione centrosinistra” conclude Bruno.