Calcio sporco

Arrestati capi ultrà della Juventus: blitz a Savona, scattano le perquisizioni

Le tifoserie organizzate ricattavano la dirigenza: "Biglietti gratis o vi facciamo squalificare lo stadio con cori razzisti"

 Stadium Juventus

Savona. Sono scattate anche a Savona questa mattina all’alba le perquisizioni nell’ambito dell’operazione “Last Banner” che ha portato all’arresto di alcuni capi ultrà della Juventus. L’operazione arriva al termine di una lunga indagine sulle attività di alcuni gruppi (Drughi, Tradizione, Viking e Nucleo 1985) accusati di aver stipulato un accordo per mantenere il controllo “militare” della curva juventina, ricattando alcuni dirigenti bianconeri nel tentativo di continuare ad avere biglietti agevolati da sfruttare per il bagarinaggio.

Dodici in totale le persone arrestate, tra cui il capi dei Drughi Dino Mocciola, quello dei Tradizione Umberto Toia e il presidente di “quelli di via Filadelfia” Beppe Franzo. Le accuse vanno da associazione a delinquere a estorsione aggravata, violenza privata e autoriciclaggio.

Le perquisizioni sono scattate questa mattina in 39 città italiane tra cui Savona: nel mirino delle forze dell’ordine alcuni tifosi bianconeri.

L’indagine era iniziata un anno fa quando la Juve denunciò di essere stata ricattata dagli ultrà dopo aver tolto loro alcuni privilegi: di fronte alla difficoltà di avere biglietti omaggio in numero superiore al normale (da rivendere poi nei bagarini) i capi delle tifoserie organizzate avevano minacciato di far squalificare lo stadio intonando cori razzisti.

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