Liguria. “Innanzittutto esprimiamo condoglianze ai parenti dell’uomo deceduto. Ed in attesa dei risultati dell’inchiesta, prevediamo che anche questo incidente sarà l’ennesima occasione perduta per affrontare la presenza dei cinghiali negli abitati”. A dirlo è l’Enpa savonese, dopo l’incidente nel genovese costato la vita ad un anziano, aggredito da un cinghiale che era entrato nel suo orto.
“Politici, pubblici amministratori ed organizzazioni di categoria ricominceranno a chiedere più caccia e più fucili – proseguono gli animalisti – senza minimamente tirare in ballo i veri responsabili, cioè i cacciatori che negli anni 80 hanno liberato cinghiali (e caprioli e daini) perché crescessero – come poi avvenuto – e potessero essere facilmente e diffusamente cacciati”. Una preoccupazione che arriva in seguito alle parole dell’assessore regionale all’agricoltura Stefano Mai (“Il inghiale è un animale selvatico quindi pericoloso per l’uomo, va contenuto”) che ha annunciato l’apertura a giorni di un tavolo di crisi sul tema.
“Naturalmente – prosegue l’Enpa – non vogliono neppure sentire gli scienziati che dicono che la caccia ne favorisce la crescita numerica e, per i motivi sopra esposti, è la vera causa del presunto problema e non la soluzione. E continueranno ad ignorare che la soluzione, dopo studi e prove che neppure vogliono iniziare, è la somministrazione di sostanze specie-specifiche che stanno invece dando buoni risultati in molti paesi. E quindi tra 50 anni, come già dicevamo 20 anni fa, si dibatterà ancora sull’esubero di cinghiali e caprioli”.