Tempi stretti

Ex Ilva, fumata grigia dall’incontro al Mise: l’indotto in fermento, compresa la Sanac di Vado Ligure

Stand by in attesa del nuovo Governo e del decreto richiesto dalla proprietà ArcelorMittal

sanac vado ligure

Vado Ligure. Ieri si è svolto l’atteso l’incontro al MiSE presieduto dal capo di gabinetto Vito Cozzoli sulle sorti dell’ex Ilva di Taranto, alla presenza dei commissari straordinari di Ilva in amministrazione straordinaria e dei rappresentanti di ArcelorMittal Matthieu Jehl (amministratore delegato) e Samuele Pasi (direttore generale): di fatto una fumata grigia, in attesa che venga definita la crisi di governo e che il nuovo Esecutivo prenda forma.

A tremare non solo lo stabilimento genovese di Cornigliano, ma tutto l’indotto legato alla siderurgia italiana, dopo che ArcelorMittal aveva prospettato un suo disimpegno dallo stabilimento di Taranto, con tutte le ripercussioni del caso. In ballo il nodo del l’immunità penale durante la realizzazione del piano ambientale, che era stata cancellata dal “decreto crescita” e che, se non ci sarà l’avvallo del Consiglio dei ministri, scadrà il 6 settembre.

Dunque i tempi stringono e sicuramente la vertenza sarà una delle priorità che dovrà affrontare il prossimo ministro allo sviluppo economico. Preoccupazione nel savonese per le sorti della Sanac di Vado Ligure, che attendono da tempo il decreo “Salva Ilva” per avere garanzie dal loro principale cliente. Lo stabilimento, specializzato nella produzione di refrattari industriali, è da sempre legato al gruppo Ilva. La sua produzione dipende ancora per il 75% da Taranto e quindi dalla nuova proprietà ArcelorMittal Italia: per questo erano state richieste certezze in merito alle forniture, con l’obiettivo di mantenere i carichi di lavoro e quindi i livelli occupazionali.

I sindacati da tempo attendono, ancora invano, una soluzione positiva rispetto al decreto, in grado di tutelare tutto l’asset industriale dell’indotto che ruota attorno all’ex Ilva e che vede coinvolti stabilimenti liguri come Cornigliano a Genova e Sanac a Vado Ligure.

Complessivamente, a livello nazionale, in ballo ci sono ventimila addetti della siderurgia a rischio, che diventano 50 mila con l’indotto. Secondo quanto appreso, sembra che dalla riunione di ieri il MiSE abbia garantito di lavorare per una rapida conclusione della vicenda.

Ora si attende un nuovo incontro in sede ministeriale.

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