Celle Ligure. Non era uno scherzo di questa pazza estate 2019, tutto vero: per un hotel di Celle Ligure è arrivata una stangata da 35 mila euro per presunti pagamenti della Tari, la tassa sui rifiuti, arretrati.
La cartella esattoriale è scattata a seguito degli accertamenti messi in atto dal Comune di Celle Ligure e che fanno riferimento a 5 anni precedenti. La mazzata, piombata in piena stagione estiva, è arrivata all’hotel San Michele. Ma non solo: altri 30 mila euro sono arrivati all’hotel Villa Costa, così come sono stati “colpiti” altri alberghi cellesi, strutture turistico-ricettive, ristoranti, negozi e attività commerciali.
La giustificazione dell’Ufficio Tributi del Comune? Un cambiamento nei conteggi in relazione ai nuovi sistemi informatici, con un particolare ricalcolo delle superfici delle varie attività soggette al pagamento dei presunti arretrati. Cifre astronomiche che rischiano di far chiudere l’anima economica della località del levante savonese, anche perchè, secondo quanto comunicato alla nostra redazione, nessuno dei titolari è pronto a sostenere spese del genere, con il rischio di sigilli e addio a tanti posti di lavoro anche a tempo indeterminato.
Proprio dall’hotel San Michele monta la protesta, o meglio la rabbia (per non dire peggio…): “Ecco come morire per mano dello Stato”.
“Una cosa incredibile, si svegliano solo ora con questi strani conteggi, la nostra struttura è nata nel 1950 e dal 1970 ha le attuali dimensioni. Una riflessione che possiamo tranquillamente condividere con le altre attività che hanno ricevuto la cartella”.
A denunciare il caso cellese è stato lo stesso Tommaso Tortarolo, presidente dei Giovani Imprenditori di Confcommercio Savona, nipote della storica titolare dell’albergo cellese San Michele: “Un turismo agonizzante, un paese allo sbando, cassonetti stracolmi di monnezza, illuminazione pubblica inesistente e cosa succede… Arriva un accertamento Tari di 35.000 euro retroattivo di 5 anni per una struttura che paga la bellezza di 11.000 euro per rimanere aperti 7 mesi”.
“Ora mi chiedo come sia possibile sostenere per un hotel di 36 camere che investe ogni anno cifre considerevoli in ristrutturazioni e formazione del personale questa tipo di tassazione”.
“Probabilmente il mio paese, a malincuore, non merita di avere un’attività che dà da lavorare a 25 persone tutte rigorosamente in regola, non merita strutture che investono, non merita nemmeno di farsi pagare una tassa per un servizio totalmente inesistente”.
“Auspico che la parte politica faccia il suo dovere e tuteli le attività iteressate, altrimenti saremo destinati a scomparire…” conclude Tortarolo.
E proprio i “tartassati” annunciano dura battaglia, non solo a suon di ricorsi: “Abbiamo un appuntamento con il nuovo sindaco, sperando che si possa trovare una soluzione ragionevole, chiarendo che non siamo certo disposti a nessun pagamento, neppure rateizzato… Paghiamo già abbastanza per un servizio, tra l’altro, non all’altezza di un comune turistico”.
“Le cartelle arrivate sono un vero proprio ‘tentativo di furto’ a danni delle attività che producono e danno occupazione al nostro territorio: inaccettabile!!!”.