Regione. “Continua la serie negativa dell’occupazione in Liguria. Secondo i dati Istat elaborati della Cgil, nel primo trimestre di quest’anno, gli occupati sul nostro territorio sono calati di 5606 unità (-0,9%), in controtendenza con la crescita del Nord Ovest (+1,2%) e dell’intero Paese (+0,6)”.
Lo ha fatto sapere Giovanni Lunardon, capogruppo Pd in Regione Liguria, che ha proseguito: “La nostra regione, insomma, continua a collezionare preoccupanti segni meno: una tendenza che prosegue interrottamente dalla fine del 2015, al netto di appena tre trimestri postivi nel 2018. Per il resto, da quasi quattro anni, la Liguria è in caduta libera. Chiudono fabbriche, attività, negozi e aumenta il numero dei disoccupati”.
“Una situazione strutturale, che certamente è stata aggravata dal crollo del Ponte Morandi, ma che sconta criticità che si sono acuite dopo la grande crisi economica e che sono tuttora irrisolte. Il Decreto Genova, a cui, dopo quasi un anno, occorrerebbe fare un tagliando, a oggi non è stato in grado di arrestare questa tendenza, complici tempi di spesa lunghissimi e meccanismi giuridici farraginosi”.
“Oltre al Morandi, poi, come dicevamo la Liguria presenta una serie di criticità croniche, dalle crisi industriali alle difficoltà di internazionalizzazione, dall’edilizia bloccata all’innovazione che stenta a contagiare il piccolo tessuto produttivo. Di fronte a tutto questo la Regione, che ha un ruolo di programmazione, è da quattro anni immobile e impotente”.
“La giunta Toti non è stata in grado di risolvere alcun dossier occupazionale (il caso Piaggio è emblematico), non riesce a incidere direttamente sui processi produttivi e non ha mai sviluppato alcuna strategia di largo respiro. La Liguria è l’unica regione del Nord che non cresce, anzi patisce la crisi più di tutti gli altri. Chi la guida ha grosse responsabilità, ma la più grande è quella di continuare a chiudere gli occhi di fronte a questa situazione. Sarebbe già un inizio non negare la realtà”, ha concluso Lunardon.