Piede di guerra

Aurelia Bis, Fillea e Cgil sul piede di guerra: “Garanzie per i lavoratori e la sicurezza del cantiere”

Dichirato lo stato di agitazione e richiesto un incontro, l'ennesimo, al prefetto Antonio Cananà

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Savona/Albisola Superiore. La proclamazione dello stato di agitazione e la richiesta di un incontro, l’ennesimo, al prefetto Antonio Cananà. Sono sul piede di guerra i rappresentanti sindacali dei lavoratori della Letimbro Scarl, il consorzio formato da Itinera spa e Cmc impegnato nella realizzazione del tratto di Aurelia Bis tra Savona ed Albisola Superiore.

La crescente preoccupazione per la probabile interruzione (per un tempo non ancora quantificabile) del cantiere hanno spinto la segreteria provinciale di Cgil Savona e di Fillea-Cgil ad attivarsi congiuntamente presso le istituzioni, in primis con il rappresentante del governo sul territorio savonese.

Maurizio Buffa, segretario provinciale di Fillea-Cgil, e Andrea Pasa, segretario provinciale della Camera del Lavoro, notano: “In provincia di Savona il settore delle costruzioni stenta a ripartire. Negli ultimi anni il comparto ha visto di fatto dimezzare il numero dei propri addetti. Ciò in conseguenza anche del fatto che nel savonese gli investimenti pubblici non raggiungono nemmeno il 20 per cento del totale. In questo contesto, un’opera fondamentale come l’Aurelia Bis, un’opera che una volta terminata garantirà l’interconnessione tra i caselli dell’autostrada A10 tra Savona ed Albissola, rischia di fermarsi. Al 20 per cento del suo completamento, per di più”.

Secondo Buffa e Pasa, questo rischio è “sempre più concreto dopo la messa in liquidazione del consorzio Letimbro Scarl, formato da Itinera Spa e Cmc, e la conseguente apertura della procedura di licenziamento per i dipendenti”. Per questo motivo, Fillea e Cgil hanno dichiarato unitariamente lo stato di agitazione e richiesto al prefetto un incontro, l’ennesimo, finalizzato “ad avere garanzie sulle retribuzioni e soprattutto a capire come si intende garantire il presidio e la sicurezza del cantiere”.

Una soluzione potrebbe arrivare dal decreto “Sblocca Cantieri”. La misura, tuttavia, non convince: “Le infrastrutture non ripartiranno certo col decreto ‘Sblocca Cantieri’ – notano ancora Buffa e Pasa – Il decreto introduce il massimo ribasso e la liberalizzazione dei sub-appalti nei consorzi. Dal nostro punto di vista ciò farà aumentare i casi di infortunio e le vertenze sul rispetto dei contratti dei lavoratori”.

“Le infrastrutture sono fondamentali per rilanciare questo territorio, ancora troppo indietro rispetto al resto del paese. Fermarle significa rinunciare allo sviluppo, significa condannare questa provincia al punto di non ritorno. Le istituzioni tutte, a partire dalla Regione Liguria, hanno la responsabilità politica e sociale di intervenire affinché sia risolta questa situazione. Come hanno la responsabilità di mettere finalmente a frutto, insieme ai ministeri interessati, cioè Mise e Mit, le risorse pubbliche inserite nell’accordo di programma del savonese sottoscritto grazie al riconoscimento dell’area di crisi industriale complessa, tema ad oggi completamente dimenticato”.

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