Albenga. Il ballottaggio, tra i carruggi e le vie della Città delle torri, era già nell’aria da tempo. Voci e indiscrezioni, che si sono rincorse all’impazzata e con andamento crescente durante la campagna elettorale, sembravano certe dell’esito delle urne albenganesi, almeno sino a poche ore dal voto.
Ad Albenga, infatti, nelle nottata di sabato e nella giornata di domenica, si era addirittura sparsa la voce di una possibile vittoria già al primo turno per il candidato del centrodestra Gerolamo Calleri, forte del circa 60% di preferenze ottenute proprio nell’albenganese dai 3 principali partiti del centrodestra alle elezioni Europee (con la Lega alla stratosferica cifra del 46%, quasi tre volte il dato del PD fermo al 16%).
Ma, nonostante ciò, alle amministrative, il candidato sindaco del centrosinistra Riccardo Tomatis è riuscito a frenare lo “tsunami” leghista, contrapponendo il 39,84% del centrosinistra al 44,06% del centrodestra, complici anche il civico Diego Distilo e il pentastellato Icardo, che sono riusciti a portare rispettivamente a casa un 10,15% e un 5,95%. Numeri non sufficienti a garantire l’accesso diretto al ballottaggio nel caso di Distilo e nemmeno ad un posto in consiglio per l’M5S, ma abbastanza per “guastare le feste” al duo Calleri-Tomatis.

E IVG.it, dati alla mano, ha cercato di dare un senso ed una forma alla distribuzione delle varie preferenze, con una sorta di analisi territoriale del voto ingauno.
Il dato certo più evidente è la larga vittoria del centrodestra di Calleri nelle frazioni (Bastia d’Albenga, Campochiesa e Leca, 3 seggi, con 5 sezioni totali, tutte a suo favore), che gli hanno garantito ben 289 voti di vantaggio sul rivale Tomatis. Ma il vero plebiscito per Calleri è stato nella sezione 12 delle scuole “Paccini” (che comprende tra i votanti anche l’area “periferica” di San Giorgio) con ben 443 preferenze contro le 204 di Tomatis, per un totale di +239 voti.
Questi ultimi sommati a quelli delle frazioni danno un totale di +528. E se si pensa che il risultato conclusivo dello spoglio ha visto Calleri superare Tomatis di 553 preferenze totali (5.772 contro 5.219), ecco svelata la vera “chiave di volta” di questa tornata elettorale.

Ma mentre Calleri si è “preso” frazioni e periferie, il centro città è stato decisivo per consentire la “rimonta” a Tomatis, che ha “spodestato” il centrodestra nel secondo seggio più grande, quello delle scuole Mameli (1362 voti contro i 1303 di Calleri) e “tenuto botta” nel seggio più grande, quello delle scuole Paccini (eccezion fatta per la sezione 12 di cui si parlava in precedenza), e in quello di Vadino (con uno scarto finale di 79 voti a favore di Calleri). A “sorridere” al candidato sindaco del centrosinistra è stato anche il seggio di San Fedele, dove Tomatis ha primeggiato in entrambe le sezioni, dando in totale 27 voti di scarto al centrodestra.
C’è poi Diego Distilo, il possibile, probabile “ago della bilancia” al ballottaggio, forte del suo 10,15% ottenuto in modo abbastanza “uniforme” su tutto il territorio cittadino. Tanti i candidati consiglieri di Distilo provenienti da Leca, dove è stato premiato con 159 voti totali nel seggio composto da 2 sezioni (una delle quali con 87 voti, suo record). Per quanto riguarda poi i restanti seggi, Distilo non è praticamente mai sceso sotto i 40 voti in nessuna sezione, fatta eccezione per le sezioni 1 Paccini (38 voti), 5 Mameli (37 voti) e 16 Campochiesa (34 voti). E con un altro exploit da 86 preferenze nella sezione 8 del seggio Mameli.
Infine, capitolo dedicato a Fausto Icardo, candidato sindaco del Movimento 5 Stelle. Solo in un caso, nella sezione 15 del seggio di Vadino è riuscito a superare quota 50 preferenze (52 voti), toccando il suo minimo nella sezione 4 del seggio delle Mameli (25 voti) e nelle sezioni 1 e 2 del seggio Paccini (entrambe con 26 voti).
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