Il processo

Albenga, accoltellò in auto un 27enne: condannato a 6 anni per tentato omicidio e tentata rapina

A giudizio c'era un 32enne savonese, i carabinieri lo avevano incastrato grazie a numerose tracce lasciate sulla vettura: la vittima era sfuggita buttandosi fuori dall'auto in corsa

Albenga. Il 16 novembre del 2018 aveva accoltellato nella zona di piazza Petrarca ad Albenga un marocchino di 27 anni, Redouane Khalladi. Per questo, un mese dopo quell’aggressione, un trentaduenne savonese, Maurizio Patrizio, era stato arrestato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere dai carabinieri di Albenga con l’accusa di tentato omicidio e tentata rapina.

Un episodio per il quale, questa mattina, davanti al gip Alessia Ceccardi è stato condannato a sei anni di reclusione al termine del rito abbreviato. Patrizio, che è stato anche interdetto perpetuamente dai pubblici uffici, dovrà inoltre versare una provvisionale di cinquemila euro a titolo di anticipo sul risarcimento del danno alla vittima dell’accoltellamento (tutelata dall’avvocato Francesca Aschero) che sarà de quantificare in sede civile.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la sera dell’aggressione, intorno a mezzanotte e mezza, i due viaggiavano insieme a bordo di una Citroen C5 guidata dall’italiano. Ad un certo punto il marocchino sarebbe sceso dalla vettura per prendere una birra, ma una volta risalito in auto tenendo il portafogli in mano la situazione sarebbe degenerata rapidamente. Maurizio Patrizio avrebbe tirato fuori il coltello iniziando a minacciarlo per farsi consegnare i soldi.

Poi sarebbe scattata l’accoltellamento: la vittima, che avrebbe anche cercato di buttarsi giù dall’auto in corsa per non essere colpita, era stata raggiunta da diversi fendenti all’addome. Soltanto dopo essere stato ferito ad una mano, visto che l’arma era rimasta incastrata, Redouane Khalladi era riuscito a scendere dalla Citroen (una scena che era stata anche ripresa dalle telecamere di video sorveglianza ed alla quale avevano assistito alcuni testimoni). A quel punto il marocchino aveva raggiunto a piedi la sede della Croce Bianca ed era stato subito soccorso e poi trasportato in ospedale (in codice giallo).

Ovviamente, parallelamente ai soccorsi, erano subito scattate le indagini dei carabinieri di Albenga che, il giorno dopo, alle 13, avevno ritrovato la Citroen C5 a Borgio Verezzi. L’auto aveva danni compatibili coi fatti della sera prima: moltissime tracce ematiche essiccate e un sedile lacerato (segno compatibile con le coltellate). Per questo la vettura era stata mandata al Ris di Parma per effettuare ulteriori accertamenti tecnici. Gli specialisti dell’Arma avevano trovato molte tracce riconducibili a Maurizio Patrizio all’interno del veicolo tra cui una bottiglia di birra sotto un sedile. Inoltre i carabinieri avevano poi recuperato un biglietto dell’autostrada, con ingresso a Savona e uscita ad Albenga (il cui pedaggio non risultava pagato) con le impronte del savonese.

Infine, la stessa vittima aveva poi riconosciuto il suo aggressore che, di conseguenza, era stato arrestato su richiesta del pm Massimiliano Bolla (che oggi aveva chiesto per lui una condanna a dieci anni, ma il giudice alla fine ha inflitto una pena leggermente meno severa).