Mini arsenale

Resta in carcere il 67enne finalese che in casa aveva due fucili, silenziatori e 1360 cartucce

Lo ha deciso il gip Giorgi dopo l'interrogatorio di questa mattina: secondo gli inquirenti è plausibile che l'uomo usasse le armi per cacciare di frodo

fucili
Foto d'archivio

Finale Ligure. Resta in carcere il sessantasettenne finalese, Marco Saccone, arrestato dai carabinieri della stazione di Finale con l’accusa di detenzione abusiva di armi e munizioni. Lo ha deciso il gip Fiorenza Giorgi che questa mattina lo ha interrogato in tribunale e ha confermato per lui la misura cautelare più severa.

Secondo quanto trapelato, l’uomo, pur ammettendo di aver fatto una sciocchezza, avrebbe cercato di giustificare il possesso delle armi fornendo una serie di spiegazioni che però non sarebbero state ritenute credibili da parte del giudice.

In casa di Saccone i militari hanno trovato due fucili da caccia calibro 22, uno dei quali con la matricola abrasa e l’altro non censito dalle banche dati italiane, ma anche due silenziatori e un totale di 1360 cartucce di diverso calibro. Di qui l’accusa di detenzione abusiva di armi clandestine e munizioni.

L’ipotesi ritenuta più probabile dagli inquirenti è quella che l’uomo detenesse le armi per cacciare di frodo. Tra l’altro, nel 2016, al sessantasettenne, che fino a quel momento era sempre andato a caccia, era stato revocato il permesso di detenere armi.

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