Savona. Nel giugno scorso era stato condannato a cinque anni e 8 mesi di reclusione con il rito abbreviato, celebrato in udienza preliminare a Savona davanti al giudice Alessia Ceccardi, per una vicenda di detenzione di droga. Oggi per Samuele Rapisarda, 29 anni, quella pena è stata rideterminata a tre anni dalla corte d’appello di Genova.
Uno sconto di pena arrivato grazie al “concordato in appello” (che era stato abolito nel 2008 e poi reintrodotto nel 2017) tra il difensore di Rapisarda, l’avvocato Alfonso Ferrara, e il pubblico ministero. Grazie all’accordo sono stati accolti i motivi d’appello proposti dalla difesa e relativi alla recidiva (che nel processo di secondo grado non è stata quindi contestata all’imputato) e alla sproporzione della pena visto che, di recente, la corte costituzionale ha dichiarato illegittime le condanne per i reati non lievi in materia di stupefacenti calcolate sulla base di una pena minima di otto anni (giudicata appunto sproporzionata tanto che il nuovo massimo editale è stato fissato in sei anni).
I fatti contestati a Rapisarda risalivano al dicembre del 2016 quando, durante un controllo, i poliziotti della squadra mobile avevano trovato a casa sua, nella zona di piazzale Moroni, un ingente quantitativo di sostanze stupefacenti: 414 dosi di marijuana per un peso di circa 200 grammi di marijuana, 135 dosi di hashish per un peso di circa 38,8 grammi e 215 dosi di MDMA (ecstasy) per un peso di circa 40 grammi. A quel punto per Rapisarda era scattata un’accusa di detenzione ai fini di spaccio di droga.