Savona. “Se una persona ha bisogno di aiuto, non vedo perché chi ne ha la possibilità e la forza non debba darlo. Io lo farei per chiunque, anche il mio peggior nemico. Siamo esseri umani in fondo”. Traspare dalla grande semplicità con cui racconta come si sono svolte le cose la bontà d’animo di Eris Shehu, il 30enne di origine albanese (ma in Italia da più di 28 anni) che ieri pomeriggio ha contribuito a bloccare il 17enne straniero autore di un tentato furto ai danni di un’anziana e poi dello scippo di un telefonino di proprietà di una ragazza di 16 anni.
L’episodio è avvenuto ieri pomeriggio in piazza Aldo Moro, nei pressi della stazione Mongrifone di Savona. Il 17enne, senza fissa dimora, ha aggredito una donna per cercare di portarle via il telefono. Nonostante sia stata anche raggiunta da un pugno, la donna ha opposto una strenua resistenza, che ha costretto il ragazzo a desistere dal suo intento criminale. Tuttavia il 17enne non si è dato per vinto e pochi istanti dopo ha strappato di mano il telefono ad una ragazza che stava passando a breve distanza per poi darsi alla fuga. E qui è entrato in scena Eris Shehu.
“Stavo tornando a casa in auto – spiega – quando ho notato questo giovane che puntava la ragazzina. La cosa mi ha insospettito, così ho fermato la macchina ad un centinaio di metri di distanza e sono rimasto a controllare l’evolversi della situazione. All’improvviso il ragazzo ha sfilato di mano il telefono alla ragazzina ed è scappato. Io ho subito acceso la macchina e l’ho rincorso. Lui si è infilato nel parcheggio della stazione, in una zona alla quale non potevo accedere con l’auto. Così mi sono fermato, sono sceso e l’ho inseguito a piedi finché non l’ho bloccato. Poi sono arrivate altre due persone e insieme abbiamo cercato il telefonino della ragazzina, che nel frattempo ci ha raggiunto. Lei ci ha dato il numero e così lo abbiamo fatto suonare. Lo teneva nascosto nei calzini”.
Di lì a poco si è avvicinata anche l’anziana che era stata prima vittima dello scippatore: “Ci ha raccontato di essere stata aggredita e di aver preso anche un pugno in faccia. Poi sono arrivati i carabinieri ed il fidanzatino della ragazza. Che era veramente disperata: era in stato di shock e piangeva a dirotto. Temeva che il padre non l’avrebbe fatta uscire di casa per un mese. Abbiamo cercato di consolarla, poi quando si è sentita meglio ho accompagnato lei, il fidanzato e la signora aggredita in auto in caserma, dove hanno sporto denuncia”.
Ivg.it ha raccontato la vicenda ieri sera. Commentando la notizia su Facebook, in tantissimi hanno chiesto di poter conoscere il nome del ragazzo che, con il suo gesto, ha contribuito a fermare lo scippatore. Qualcuno lo ha addirittura proposto per una benemerenza. Tutti attestati di stima che ovviamente riempiono di soddisfazione Eris. Il quale, però, non vuole affatto essere definito “eroe”. Anzi, con molta modestia spiega: “Non sono un eroe, ho soltanto agito d’istinto. Come ho agito d’istinto due anni fa, quando mi sono tuffato in mare per salvare una ragazza al Prolungamento di Savona. Non penso a ciò che sto facendo, lo faccio in automatico. Due anni fa mi sono tuffato senza pensarci, con tutti i vestiti addosso. Mi sono reso conto di ciò che avevo fatto solo dopo”.
Automatisimi a parte, è fuori di discussione che non tutti si sarebbero comportati come questo ragazzo, inseguendo un malvivente prima in auto e poi a piedi: “Ma credo che sia dovere di ognuno di noi, di ogni cittadino e di ogni persona, aiutare gli altri. Così come è dovere di ognuno rispettare le leggi, specie se si è ospiti in un altro paese”.