Tentato omicidio

Coltellata nel collo al marito di un’amica della ex moglie: chiesta condanna a 16 anni e 8 mesi per un 35enne

L'episodio risaliva all'aprile del 2018: il giudice ha rinviato la decisione al prossimo maggio perché la difesa sta cercando di trovare un accordo per risarcire la vittima

tribunale savona

Savona. Slitta al prossimo maggio la sentenza del rito abbreviato che vede a giudizio un albanese di 35 anni, Geraldo Piskaj, che deve rispondere delle accuse di tentato omicidio premeditato (aveva accoltellato al collo un amico dell’ex moglie) e di maltrattamenti in famiglia. Questa mattina, infatti, dopo che il pm ha chiesto una condanna a 16 anni e 8 mesi di reclusione per l’uomo, la difesa dell’imputato ha chiesto un rinvio per tentare di trovare un accordo per risarcire la parte offesa. Nel caso in cui venga raggiunta un’intesa in questo senso, la pena potrebbe essere mitigata attraverso il riconoscimento dell’attenuante del risarcimento del danno.

Il gup Alessia Ceccardi ha accolto l’istanza difensiva rinviando ogni decisione alla prossima udienza quando valuterà se concedere un abbattimento della condanna nel caso in cui venga trovato un accordo sul risarcimento del danno.

Inizialmente Piskaj doveva essere giudicato in due procedimenti distinti, uno per il tentato omicidio e l’altro per i maltrattamenti, ma il giudice Ceccardi ha ritenuto che le contestazioni fossero collegate e, di conseguenza, aveva fissato il giudizio abbreviato per oggi.

Piskaj era finito in manette nell’aprile del 2018 dopo aver colpito con una coltellata un connazionale, L.G., 32 anni. Dietro all’aggressione, secondo la ricostruzione degli investigatori, c’era un episodio risalente a qualche settimana prima dell’accoltellamento, quando la moglie di Geraldo Piskaj era andata via di casa su consiglio dei carabinieri a causa dei maltrattamenti da parte del marito. In quella circostanza, L.G., un uomo sposato, l’aveva aiutata nel trasloco, ma solo perché glielo aveva chiesto la moglie, amica dell’altra. Un’intromissione che, però, non sarebbe piaciuta a Geraldo Piskaj che quindi si era presentato sotto casa del connazionale con l’intenzione – questa la tesi degli inquirenti – di regolare i conti (di qui la contestazione di premeditazione).

Piskaj aveva aspettato la vittima sotto casa con un grosso coltello da cucina in tasca. Quando lo aveva visto parcheggiare l’auto si era avvicinato dicendogli che gli voleva parlare, ma poi si era avventato su di lui. L’aggressore aveva colpito il connazionale con un fendente al collo che, fortunatamente, non aveva avuto gravi conseguenze (se l’era cavata con una medicazione all’ospedale San Paolo e una prognosi di sette giorni) anche grazie alla sua pronta reazione.

Il violento episodio era avvenuto nella zona di via Maria Solari, nel quartiere di Villapiana. Ad allertare i carabinieri era stata la moglie della vittima che aveva assistito all’aggressione. Di lì a pochi minuti erano arrivate le pattuglie del nucleo radiomobile dei carabinieri, coordinate dal maggiore Dario Ragusa e dal tenente Matteo Ettore Grasso, che avevano arrestato il responsabile.

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