Savona. Dopo mesi vissuti con lo spettro del fallimento, con il recente via libera alla procedura di concordato preventivo da parte del tribunale, sul futuro di Ata si respirava di nuovo un cauto ottimismo. Un clima positivo che questa mattina, però, è stato spezzato quando le Fiamme Gialle si sono presentate nella sede dell’azienda per effettuare una serie di perquisizioni.
Nel mirino dei finanzieri e della Procura – come hanno confermato gli inquirenti – sono finite le modalità di assegnazione di alcuni incarichi di consulenza da parte di Ata proprio nell’ambito della preparazione del piano concordatario da presentare in tribunale.
Le ipotesi di reato contestate dalla Procura agli indagati (per ora sono in quattro ad aver ricevuto un avviso di garanzia e gli unici due ad aver confermato il loro coinvolgimento nell’inchiesta sono il presidente di Ata Spa Alessandro Garassini e l’amministratore delegato Matteo Debenedetti) sono di turbata libertà degli incanti, l’articolo 353 del codice penale, e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, l’articolo 353 bis.
Se è vero che l’indagine ruota intorno alle consulenze relative alla preparazione del piano di concordato preventivo – a meno che non si tratti di lavori affidati senza passare da un bando di gara – analizzando le carte di Ata Spa sui procedimenti di assegnazione di questi incarichi di consulenza, è possibile restringere il campo intorno agli iter che potrebbero essere finiti sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti.
Dai documenti facilmente reperibili in Rete emerge infatti che i procedimenti legati all’attività di consulenza sul concordato preventivo, assegnati tramite bando, sono cinque. In quattro casi, a fronte di diversi inviti a partecipare, tutti inoltrati il 17 luglio 2018, c’è soltanto un soggetto che poi ha presentato un’offerta (in tutti i casi che abbiamo esaminato è stata depositata nella stessa data, il 23 luglio, cioè sei giorni dopo aver ricevuto l’invito a partecipare). Un aspetto che potrebbe – è bene ribadire che siamo nel campo delle mere supposizioni – aver attirato l’attenzione delle Fiamme Gialle.
Il sospetto del sostituto procuratore Massimiliano Bolla, che coordina l’indagine, potrebbe essere infatti che il bando fosse in qualche modo “pilotato” per favorire la partecipazione di chi conoscesse già i contenuti della gara.
Il primo incarico, ad esempio, che riguardava “il coordinamento dei servizi di advisoring preordinato alla redazione del piano di concordato in continuità di Ata” è stato aggiudicato il 23 agosto 2018, per un valore di 20.240 euro, ed aveva un’unica offerta a fronte di cinque inviti a partecipare.
Stesso scenario per l’incarico di “formulazione del piano industriale preordinato alla redazione del piano di concordato” aggiudicato in via definitiva il 29 agosto, per un valore 58 mila euro, che aveva un’unica offerta presentata appunto il 23 luglio, sei giorni dopo aver ricevuto l’invito a partecipare.
L’iter è lo stesso anche per l’incarico di “attestazione di piano di concordato preventivo di Ata” (aggiudicata il 19 settembre per un valore di 61.750 euro dopo aver ricevuto una sola offerta) e per “l’incarico di assistenza legale preordinata alla redazione del piano di concordato in continuità” (14 settembre e valore di 114 mila euro ed una sola offerta presentate).
Dall’analisi dei documenti emerge anche un procedimento assegnato dopo aver analizzato tre offerte: è quello relativo all’incarico di “advisor finanziario preordinato alla redazione del piano di concordato”, aggiudicato il 21 agosto 2018 per un valore di 90 mila euro.
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