Savona. “Con la presente esprimo la mia perplessità su quanto sta accadendo ai lavoratori operanti presso la società Ata di Savona”. A scrivere è Giuseppe Gandolfo, delegato sindacale Funzione Pubblica Cgil e lavoratore dell’azienda partecipata finita nuovamente nel mirino della Guardia di Finanza.
Le perquisizioni di venerdì, infatti, hanno fatto scattare nuovamente la paura in una azienda che, grazie al piano concordatario ammesso dal tribunale nei giorni scorsi, sembrava vedere finalmente la luce. Gli avvisi di garanzia al presidente Alessandro Garassini e all’amministratore delegato Matteo Debenedetti hanno creato una situazione delicatissima, con i due manager che hanno annunciato la volontà di rimettere il mandato: il sindaco Ilaria Caprioglio e l’assessore alle partecipate Silvano Montaldo sembrano intenzionati a “blindarli” visto il periodo estremamente delicato che Ata sta attraversando, ma altri in maggioranza vorrebbero invece la “cacciata” dei due amministratori indagati.
In tutto questo, è il monito di Gandolfo, il rischio è quello di “dimenticarsi” che dalla salvezza di Ata dipende il destino di 300 lavoratori: “Sento il diritto e il dovere di fare appello a tutti gli autori in causa – scrive allora Gandolfo – di non tralasciare nel corso delle procedure giudiziarie, né tantomeno dalle azioni portate avanti dagli organi politici, la situazione dei lavoratori coinvolti e delle loro famiglie, che rischiano di non percepire più il loro stipendio”.
Le prime risposte arriveranno tra domani e martedì, con il vertice tra Caprioglio, Montaldo, Garassini e Debenedetti (domani) e il consiglio di amministrazione del giorno dopo. Anche se, in realtà, quasi tutto dipende da quali saranno gli sviluppi dell’inchiesta portata avanti dalle Fiamme Gialle.
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