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Ata, alcuni consiglieri chiedono la testa di Garassini e Debenedetti. Caprioglio e Montaldo contrari: “Momento troppo delicato”

Lunedì incontro tra il sindaco, Montaldo e i vertici di Ata: più d'uno in maggioranza spinge perché vengano estromessi dalla guida dell'azienda

Comune Savona Municipio Finanza Perquisizioni

Savona. “Tra poco rimetteremo il mandato al sindaco”. Lo avevano annunciato ieri, in momenti diversi, sia il presidente di Ata Alessandro Garassini che l’amministratore delegato Matteo Debenedetti. Per ora, però, quelle dimissioni non sono ancora arrivate: verranno materialmente presentate lunedì nel corso di un incontro con il primo cittadino, Ilaria Caprioglio, e l’assessore competente per le partecipate Silvano Montaldo.

Solo dopodomani si saprà quindi se l’amministrazione deciderà di continuare a dare fiducia ai due manager o se, alla luce dell’indagine della Guardia di Finanza su presunte irregolarità nell’assegnazione delle consulenze utili alla stesura del piano concordatario, si preferirà voltare pagina (in questo articolo gli incarichi che potrebbero essere finiti nel mirino della procura).

Una decisione senza dubbio complessa. Da un lato l’azienda partecipata vive una fase estremamente delicata, con un concordato approvato da poco dal Tribunale che rappresenta il primo, vero raggio di luce dopo mesi di dubbi: decapitare ora i vertici che hanno materialmente lavorato a quel piano potrebbe compromettere in modo irrimediabile il cammino di risanamento di Ata.

Per questo Caprioglio e Montaldo sarebbero propensi a dar loro fiducia: “E’ innegabile – spiegano – la preoccupazione di questa amministrazione nel dover affrontare un cambio dei vertici di Ata in un momento estremamente delicato. I problemi da affrontare sono molti e coinvolgono direttamente il Comune di Savona anche per il contratto di servizio di igiene urbana. Per Ata non sono stati anni facili, con molteplici complicazioni e con momenti di tensione e di discussione sia per motivi societari sia per il contratto di servizi. Tuttavia negli amministratori abbiamo sempre trovato la massima serietà, disponibilità e per quanto possibile, lo sforzo al fine di riuscire a trovare soluzioni per una società che, lentamente, si stava spegnendo e dove solo una procedura di concordato, articolata e complessa come quella in atto, può dare una speranza di continuità”.

“È, quindi, innegabile – chiariscono – che un cambio al vertice, in questo momento, a due mesi di distanza (4 aprile 2019) dall’adunanza dei creditori, che sarà un altro fondamentale tassello per la sopravvivenza di Ata, potrebbe generare ulteriori difficoltà. Come già dichiarato ieri, nutriamo la massima fiducia nella magistratura e nel delicato lavoro che stanno svolgendo con l’augurio che quanto prima emerga l’estraneità ai fatti contestati a Garassini e Debenedetti“.

Dall’altro lato, però, c’è una indagine “piombata” su quei vertici in modo inatteso e di cui non si sa ancora praticamente nulla: il timore di molti, in maggioranza, è che le perquisizioni di ieri mattina e i quattro avvisi di garanzia (due a Garassini e Debenedetti e due a consulenti esterni ancora da identificare) possano rappresentare solo la punta dell’iceberg e che nei prossimi mesi la situazione sia destinata a ingarbugliarsi ancor di più. In attesa dell’incontro di lunedì (ed eventualmente del consiglio di amministrazione convocato per il giorno dopo) a Palazzo Sisto sono in molti quindi a chiedersi quale possa essere la scelta migliore. E non mancano gli attriti.

Nel team del sindaco più d’uno, si sussurra nei corridoi, vorrebbe una presa di posizione forte. E, soprattutto, condivisa: una decisione non presa quindi dal primo cittadino (o peggio ancora da Montaldo, cosa che verrebbe vista come uno sgarro), bensì discussa in giunta. Lo stesso timore serpeggia tra i consiglieri di maggioranza: alcuni di loro stanno già lavorando, in queste ore, per presentarsi compatti a chiedere che la questione venga discussa in una riunione. Nel corso della quale sono pronti a chiedere la testa dei due manager.

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