Savona. Piromane dei cassonetti, ma anche imbrattatore ed, in entrambi i casi, “seriale”. Marco Ganzerla, il cinquantaseienne arrestato ieri con l’accusa di evasione dagli arresti domiciliari, oltre che il responsabile dei raid incendiari avvenuti nel settembre del 2017 in centro a Savona, è infatti anche l’autore delle scritte sui muri della piscina del Prolungamento, del gazebo di legno di San Michele e sulle facciate di altri palazzi del centro città. E’ il retroscena emerso questa mattina a margine del processo per direttissima che lo vedeva imputato in tribunale a Savona.
E’ proprio Ganzerla, difeso dall’avvocato Alessandro Stipo, infatti, l’uomo che ad inizio dicembre era stato denunciato a piede libero dalla polizia municipale per danneggiamento aggravato con l’accusa di aver imbrattato appunto il gazebo dei giardini di San Michele e la piscina di piazzale Eroe dei due Mondi. Raid vandalici che il cinquanteaseienne ha compiuto durante le ore nelle quali aveva il permesso di uscire per raggiungere la Caritas.
Nei graffiti fatti con le bombolette spray, tra l’altro, Ganzerla aveva di fatto lasciato la sua firma visto che sui muri scriveva “Marco Ganz 1962”. Un elemento che aveva aiutato gli agenti della polizia municipale ad identificarlo: quando all’interno del portone di casa sua avevano notato le stesse scritte avevano capito che il responsabile era proprio lui. La successiva perquisizione domiciliare, nella quale erano state trovate le bombolette spray, ma anche gli stessi disegni su vestiti e quaderni, non aveva fatto altro che confermare tutti i sospetti.
Ieri, a distanza di qualche settimana dalla denuncia per danneggiamenti, Ganzerla si è rimesso nei guai con l’arresto per evasione. L’uomo, infatti, intorno alle 10,30 era stato sorpreso da una pattuglia dei carabinieri della stazione di Savona mentre si aggirava nella zona di piazzale Eroe dei due Mondi. Gli uomini dell’Arma lo hanno subito riconosciuto e, sapendo che era sottoposto ad una misura cautelare, lo hanno bloccato. Una volta verificata l’evasione (il detenuto aveva il permesso per uscire per andare alla Caritas, ma non in quella fascia oraria) il cinquantaseienne è stato arrestato. Questa mattina è stato processato per direttissima in tribunale ed ha patteggiato nove mesi di reclusione. Per il momento è tornato agli arresti domiciliari, ma alla luce delle violazioni della misura cautelare il tribunale di sorveglianza potrebbe decidere di aggravarla.
Per gli incendi ai cassonetti ed ai cestini dell’immondizia Ganzerla aveva patteggiato due anni di relcusione nel marzo scorso per i reati di incendio doloso continuato, evasione e lesioni personali aggravate. Secondo i carabinieri di Savona, che lo avevano identificato e arrestato appunto nel settembre 2017, l’uomo era il responsabile di tutti i roghi che si erano registrati in centro città: 21 incendi appiccati e due tentati. Per incastrarlo era servita una complessa attività investigativa, che aveva impegnato decine di militari in borghese e un lungo studio a tavolino per definire la strategia dell’uomo e riuscire a sorprenderlo.
Il blitz decisivo, che era culminato con l’arresto effettuato dal capitano Alberto Azara, era scattato in piazza del Brandale dove l’ufficiale dell’Arma aveva sorpreso Ganzerla in azione. Nella perquisizione a casa del piromane i carabinieri avevano poi trovato altri oggetti riconducibili agli incendi (accendini e vestiti), mentre le analisi delle altre telecamere che lo avevano ripreso hanno permesso agli investigatori di ricostruire gli altri episodi: Ganzerla utilizzava gli accendini per dare fuoco a degli opuscoli pubblicitari, quindi li gettava nel cassonetto e si allontanava rapidamente.
Oltre ai raid a danno dei cassonetti, Ganzerla doveva rispondere anche dell’accusa di aver dato fuoco alla coperta di un senzatetto che dormiva nella zona del Brandale. Per fortuna in quell’occasione una signora era intervenuta per spegnere il fuoco, salvando l’uomo.
Quando gli inquirenti gli avevano chiesto le ragioni del suo comportamento, Ganzerla si era limitato a spiegare di essere “arrabbiato con tutti” (l’uomo aveva da poco perso il lavoro restando disoccupato).