Tentato omicidio

Coltellata nel collo al marito di un’amica della ex moglie: 35enne a giudizio anche per maltrattamenti in famiglia

Il giudice ha ritenuto che le accuse di comportamenti violenti verso la donna fossero collegate con la violenta aggressione

tribunale savona

Savona. Era accusato, in due procedimenti distinti, di tentato omicidio e di maltrattamenti in famiglia. Adesso, come deciso nel corso dell’udienza preliminare celebrata davanti al gup Alessia Ceccardi, un albanese di 35 anni, Geraldo Piskaj, verrà giudicato per entrambi i reati con un’unico processo.

Il giudice ha infatti ritenuto che le due contestazioni fossero collegate e, di conseguenza, ha fissato il giudizio abbreviato per l’albanese il prossimo marzo.

Piskaj era finito in manette nell’aprile scorso dopo aver colpito con una coltellata un connazionale, L.G., 32 anni. Dietro all’aggressione, secondo la ricostruzione degli investigatori, ci sarebbe un episodio risalente a qualche settimana prima dell’accoltellamento, quando la moglie di Geraldo Piskaj era andata via di casa su consiglio dei carabinieri a causa dei maltrattamenti da parte del marito. L.G., che a sua volta era sposato, l’aveva aiutata nel trasloco, ma solo perché glielo aveva chiesto la moglie, amica dell’altra. Un’intromissione che, però, non sarebbe piaciuta a Geraldo Piskaj che quindi si era presentato sotto casa del connazionale con l’intenzione – questa la tesi degli inquirenti – di regolare i conti.

Piskaj aveva aspettato la vittima sotto casa con un grosso coltello da cucina in tasca. Quando lo aveva visto parcheggiare l’auto si era avvicinato dicendogli che gli voleva parlare, ma poi si era avventato su di lui. L’aggressore aveva colpito il connazionale con un fendente al collo che, fortunatamente, non aveva avuto gravi conseguenze (se l’era cavata con una medicazione all’ospedale San Paolo e una prognosi di sette giorni) anche grazie alla sua pronta reazione.

Il violento episodio era avvenuto nella zona di via Maria Solari, nel quartiere di Villapiana. Ad allertare i carabinieri era stata la moglie della vittima che aveva assistito all’aggressione. Di lì a pochi minuti erano arrivate le pattuglie della radiomobile dei carabinieri, coordinate dal capitano Dario Ragusa e dal tenente Matteo Ettore Grasso, che avevano arrestato il responsabile.

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