Il sospetto

Stoccaggio rifiuti, CNA Liguria: “Difficile pensare che incendi causati da autocombustione” fotogallery

Solo negli ultimi due anni in Liguria si sono registrati ben 11 episodi in 8 aziende dislocate in tutte e quattro le province

Incendio alla Fg Riciclaggi

Liguria. Lo scorso 18 luglio il Ministero dell’Interno ha diramato una circolare alle Prefetture, su richiesta del Ministero dell’Ambiente, che inserisce nei “Piani coordinati di controllo del territorio”, coordinati dai Prefetti e gestiti dalle forze di polizia, tutti i siti dove sono stoccati rifiuti, aumentando così il livello dei controlli.

Il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa dichiara che “considerare i siti di stoccaggio come siti sensibili significa avere un’ulteriore garanzia preventiva per il cittadino e per l’imprenditore che può subire un eventuale danno” come nel caso degli incendi, purtroppo frequenti negli ultimi anni, ai depositi di ecoballe e altri rifiuti “speciali”. Solo negli ultimi due anni in Italia ce ne sono stati circa trecento, dei quali in Liguria si sono registrati ben 11 episodi in 8 aziende dislocate in tutte e quattro le province Liguri (per approfondire clicca sul link qui sotto).

“Difficile pensare che l’ origine della gran parte degli incendi sia avvenuta per ‘autocombustione’ – dichiara il Dott. Gino Angelo Lattanzi, responsabile del dipartimento sindacale della CNA Liguria – Anche se in taluni casi, considerando l’ammasso di variegati rifiuti, può essere causa di incedi accidentali. Va comunque rilevato che i fumi sprigionati da questi incendi sono quasi sempre nocivi alla salute dei cittadini”.

“Pertanto possiamo supporre che gli incendi possono derivare da due cause – evidenzia Lattanzi – La prima è ben nota ed è quella dell’interesse della criminalità organizzata, in specie della ‘ndrangheta, nel grande business dei rifiuti e che pertanto certi roghi derivino come ‘avvisi’ intimidatori. Mentre la seconda causa può derivare dal fatto che certi siti, avendo raggiunto la massima capacità di contenimento, vadano a fuoco in quanto chi li gestisce non sa più a quali ‘smaltitori finali’ affidarli, sia per i costi e sia per i controlli operati da NAS e DIA che hanno anche duramente colpito l’esportazione illegale dei rifiuti nei Paesi del Terzo Mondo”.

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