Controtendenza

In Liguria aumenta la spesa per le politiche sociali e la famiglia: +3,9%

La Liguria è in controtendenza: secondo uno studio Uecoop in 6 regioni su 10 si registrano tagli alla spesa sociale

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Liguria. In 6 regioni su 10 i Comuni hanno tagliato la spesa pro capite per le politiche sociali e la famiglia: tra queste non c’è però la Liguria, che in controtendenza è invece la terza in Italia per aumento della spesa sociale. E’ quanto emerge da un’elaborazione dell’Unione europea delle cooperative Uecoop sugli ultimi dati Istat 2018 relativi ai bilanci degli enti locali in Italia fra il 2015 e il 2016 con la media nazionale scesa a 141 euro pro capite.

“Se i comuni più grandi sopra i 60mila residenti sono riusciti a garantire gli stesso livelli di investimento sul sociale – rileva Uecoop – i piccoli centri fino a 10mila abitanti hanno tagliato di oltre il 4,5% la spesa sociale pro capite, mentre ancora peggio è andata per i comuni fra i 20mila e i 60 mila abitanti dove la riduzione ha superato il 5%”.

Il crollo peggiore si registra in Sicilia, -18,2%, passando da 121 a 99 euro pro capite. In Campania la spesa è scesa da 96 a 81 euro con un risultato negativo del -15,6% e in Umbria si è scivolati da 117 a 104 con un -11,1%. La Calabria pur registrando un calo del – 4% ha in valore assoluto il risultato peggiore a livello nazionale con appena 73 euro. Il record di investimenti pro capite sul sociale spetta invece ai comuni del Friuli Venezia Giulia con 346 euro: in Friuli si registra anche il maggior aumento, +10,5%. Al secondo posto l’Abruzzo (+5,5%) e al terzo il Trentino (con la provincia di Bolzano che segna un + 4,6% e quella di Trento un -0,5%). Subito dietro proprio la Liguria con un +3,9%.

“Nell’ambito di una generale riorganizzazione dei servizi di assistenza alle famiglie e alle fasce più deboli della popolazione, dagli anziani ai disabili, dai senzatetto alle persone a basso reddito è strategico gestire nel modo più razionale possibile le risorse – sottolinea Uecoop – sviluppando un nuovo welfare pubblico/privato in grado di coinvolgere il meglio delle 9.700 cooperative sociali che operano in Italia e dove i bisogni delle comunità sono molto diversificati e ricevono risposte differenti anche in base alle disponibilità finanziarie dei comuni, sempre più stretti fra vincoli di bilanci e crisi”

“La sfida del futuro – afferma Uecoop – è quella di potenziare l’assistenza a fronte di una spesa sanitaria delle famiglie che nell’ultimo anno è già salita dell’8% arrivando a 123 euro al mese, mentre – rileva Uecoop – ci sono 12,2 milioni di italiani che, secondo il Censis, rinunciano a curarsi per difficoltà economiche, oltre 7 milioni che si sono indebitati per farlo e 2,8 milioni che hanno venduto casa per pagarsi delle cure mediche”.

“E’ però fondamentale – afferma Uecoop – risolvere il problema dei ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione che riguardano un po’ tuti i servizi, compresi quelli forniti dalle cooperative. Infatti – spiega un’elaborazione di Uecoop su dati Mef – in Italia il 60% degli enti pubblici come comuni, province, aziende sanitarie, pagano in ritardo con tempi che possono superare i 700 giorni sulla scadenza delle fatture mettendo a rischio bilanci e sopravvivenza delle aziende, che spesso devono chiudere. Il numero delle fatture pagate in ritardo ha toccato quota 16 milioni per un importo che supera i 77 miliardi di euro – conclude Uecoop – rappresentando una vera e propria patologia degli enti pubblici, da nord a sud della Penisola, per la quale è necessario trovare subito delle soluzioni concrete come accordi con il mondo del credito e tavoli di confronto con gli enti pubblici per sbloccare le situazioni più gravi”.

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