Savona. “Lo spiaggiamento delle velelle è un fenomeno naturale che, tuttavia, non rivela un mare necessariamente pulito ma è causato semplicemente dal gioco delle correnti marine. Il fatto però che tali fenomeni diventino sempre più frequenti dovrebbe preoccupare gli organi pubblici di sorveglianza e gestione delle risorse marine”. A dirlo è l’Enpa di Savona che rileva: “è già la seconda volta in un mese che si verifica un consistente spiaggiamento”.
“E’ la palese dimostrazione di un mare svuotato dei pesci che se ne cibano; i loro maggiori predatori sono infatti, oltre alle testuggini e tartarughe marine, tonni, pescispada, pesci luna, pesce azzurro e molte altre specie fortemente pescate; le stesse velelle (e le altre meduse) catturano poi piccoli pesci, innescando un circuito che porta allo spopolamento del mare. In questa situazione l’appello della Protezione Animali savonese è che si comincino a recuperare le migliaia di reti perdute o abbandonate dai pescherecci, che continuano a pescare per secoli, si metta un freno alla pesca professionale e sportiva, si tuteli la fascia costiera e si blocchino, ad esempio, le esportazioni di tonni in Giappone, si ingrandiscano le microscopiche aree marine protette e si favorisca l’osservazione incruenta e non la pesca, professionale o ‘ricreativa’ degli animali marini” spiegano dall’associazione animalista.
“Enpa Savona chiede alla Regione Liguria di redigere urgentemente norme e progetti, come già sta facendo la Toscana, per mettere in grado i pescherecci di scaricare a terra le tonnellate di rifiuti che trovano ogni giorno nelle reti, invece di doverli ributtare in mare come assurdamente costringe una sbagliata normativa europea; tra essi si trova infatti in preponderanza plastica, che è ormai diventata la prima emergenza marina. E’ tragicomico infine vedere che in questa situazione critica, denunciata da tutti gli organi scientifici internazionali del settore, si continui a promuovere il consumo di pesce; non si contano infatti le trasmissioni ed i servizi televisivi o gli eventi locali a base di pescato fresco; occorre invece chiedere di mangiare meno pesce o eliminarlo dalla dieta, favorendo così la riduzione dell’insostenibile ‘sforzo di pesca’ delle marinerie professionali” concludono dalla Protezione Animali Savonese.



