Savona. “Noi non siamo forcaioli, ci attendiamo un procedimento che metta a nudo le vere responsabilità. Se alla fine saranno giudicati tutti colpevoli o soltanto qualcuno non è un nostro problema: l’importante è che si approfondisca l’argomento e che ci sia la possibilità di discuterlo in un’aula di tribunale”. E’ il commento di Maurizio Loschi, esponente dell’associazione Medicina Democratica, una delle parti civili nell’imminente processo ai dirigenti di Tirreno Power per disastro ambientale e sanitario colposo.
Un processo al quale potrebbero unirsi come parti civili anche nuovi soggetti finora non coinvolti: “Credo sia possibile – conferma Loschi – non c’è solo il rinvio di oggi ma anche altre novità che non sono state tenute in conto nel giudizio odierno, come ad esempio lo studio del Cnr che non è ancora ufficiale perché non è stato consegnato alle parti. Uno studio che dimostra come c’è stato un coinvolgimento della popolazione enorme, per cui andranno affrontati anche i costi sanitari. E non capiamo perchè tutti coloro che poi dovranno spendere denaro pubblico non dovrebbero preoccuparsi di recuperare quello che dovranno sborsare da coloro che hanno causato il disastro”.
“Se questo non dovesse avvenire sarebbe inspiegabile – sostiene Loschi – tutti i rappresentanti delle popolazioni esposte sono anche coloro che poi dovranno intervenire economicamente per curare le persone ammalatesi per colpa di questa esposizione. I Comuni nei dintorni della centrale, la Provincia, la Regione o l’Asl… non si capisce perchè non debbano intervenire nel procedimento e chiedere di essere risarciti per quello che hanno dovuto o dovranno spendere”.
leggi anche

Tirreno Power, i vertici dell’azienda a processo: accolte le 26 richieste di rinvio a giudizio

Tirreno Power a processo, Uniti per la Salute: “Fatto un lavoro importante, ci aspettavamo il rinvio a giudizio”

Tirreno Power, l’azienda: “L’aria non è cambiata, il processo sarà occasione per fare chiarezza”
