Albenga. Omissione di soccorso e utilizzo indebito di bancomat. Sono le accuse per le quali è indagato a piede libero il ventinovenne di origine magrebina, ma cittadino italiano, che secondo quanto accertato dai carabinieri si trovava nell’appartamento di via Don Lasagna ad Albenga dove è poi stato ritrovato morto Giuseppe Collo, 68 anni, milanese.
Secondo la tesi degli inquirenti (le indagini dei militari della compagnia di Albenga e del nucleo investigativo provinciale sono state coordinate dal pm Giovanni Battista Ferro), il ventinovenne magrebino, residente ad Ovada, frequentava Collo e al momento della sua morte, riconducibile ad un infarto improvviso come ha stabilito l’autopsia, si sarebbe trovato nell’alloggio insieme a lui. Per questo motivo, nel tardo pomeriggio di ieri, il giovane è stato a lungo interrogato (per quasi cinque ore) dal sostituto procuratore Ferro.
Gli investigatori sono riusciti a rintracciare il magrebino perché nelle ore successive al rinvenimento del cadavere del sessantottenne ha utilizzato il bancomat di Collo per effettuare alcuni prelievi (di qui la contestazione di indebito utilizzo della carta elettronica). Per quanto riguarda l’accusa di omissione di soccorso, l’ipotesi degli inquirenti è che il ventinovenne fosse in casa quando Collo ha accusato il malore fatale, ma che, probabilmente in preda al panico, anziché allertare i sanitari sia fuggito.
Ulteriori elementi utili all’indagine potranno arrivare dagli esami tossicologici che saranno effettuati sui campioni prelevati dal medico legale Marco Canepa durante l’autopsia.
A scoprire il cadavere nell’appartamento, lunedì scorso, era stato il fratello della vittima arrivato da Milano. Non avendo più sue notizie aveva deciso di venire a controllare.