Perdita industriale

Delocalizzazione per Asset Italia di Altare, a rischio 50 posti di lavoro: proclamato sciopero

Presidio davanti al Comune. Il segretario Fiom Andrea Mandraccia: "L'azienda resti sul territorio grazie alle opportunità dell'area di crisi complessa"

Asset Altare

Altare. Rischio delocalizzazione per la Asset Water Technology Italia di Altare, azienda del Gruppo tedesco Brita che produce dispensatori di acqua sia per uso domestico che di ristorazione e che occupa ad oggi più di 50 dipendenti tra lavatori diretti ed indiretti. E la segreteria Fiom Cgil di Savona denuncia nuovamente il fortissimo rischio di perdere una nuova realtà produttiva ed occupazionale del territorio savonese.

Esiste, infatti, secondo il sindacato, il concreto rischio che l’unità produttiva venga delocalizzata in un’altra realtà territoriale, che beneficerà dell’investimento nelle nuove linee di produzione decise dal gruppo.

“E’ infatti passato troppo tempo senza che nulla si sia concretizzato da quando il managament locale ci ha comunicato la volontà di procedere all’importante investimento che porterà ad avere un nuovo stabilimento in cui realizzare nuove linee produttive che andranno a sostituire quelle prodotte attualmente e che saranno dismesse. Tale investimento comporterebbe un sensibile aumento dell’occupazione con un numero ipotetico di assunzioni che potrebbero arrivare fino a 70” afferma il segretario provinciale della Fiom Andrea Mandraccia.

“Ad oggi però, dopo mesi di ricerche, non è ancora stata trovata l’area che ospiterà il nuovo sito produttivo ed il perdurare di questa fase di stallo ha a nostro avviso comportato un cambiamento delle intenzioni del Gruppo col rischio che si arrivi alla delocalizzazione della produzione”.

“Per tale motivo domani è stato proclamato uno sciopero di tre ore con presidio davanti al Comune di Altare a partire dalle ore 16:00. Successivamente una delegazione sarà ricevuta dal sindaco a cui verrà esternata tutta la preoccupazione dei lavoratori. Tale incontro deve rappresentare solo l’inizio di un percorso che, grazie all’intervento fattivo delle istituzioni a tutti i livelli, assicuri la permanenza sul territorio dell’azienda anche attraverso le opportunità previste dall’area di crisi industriale complessa”

“Il territorio della provincia di Savona sul quale insistono i ventuno Comuni, tra cui Altare, decretati area di crisi industriale complessa non può permettersi una nuova emorragia occupazionale e produttiva” conclude il segretario Mandraccia.

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