Liguria. “Ci risiamo. Mentre l’ultima rilevazione dice che in Liguria nel solo 2016 sono stati giocati in slot, Vlt e videogiochi la bellezza di 1 miliardo e 391 milioni, sull’azzardo il Governo fa il gioco delle 3 carte: da una parte annuncia a mari e monti la riduzione delle slot (non toccando colpevolmente le più tecnologiche e ancora più pericolose Vlt-Videolottery, mettendo così ancor di più a repentaglio leggi regionali virtuose come quelle di Piemonte ed Emilia Romagna), dall’altra, nella legge di stabilità, approva un emendamento dei deputati PD Sanga e Fragomeli che proroga fino al 31 dicembre 2018 la possibilità di rilasciare nulla osta per nuove slot-machine, mentre precedentemente la data era fissata al 31 dicembre 2017. A che sporco gioco d’azzardo stanno giocando?”. A chiederselo è il parlamentare ligure del MoVimento 5 Stelle Matteo Mantero da anni impegnato sul fronte della lotta all’azzardopatia.
“Sono somme enormi – spiega Mantero – che non vengono reinvestite sul territorio ma rimangono in circolo all’interno del gioco d’azzardo, con il conseguente impoverimento del tessuto sociale. In Regione con Rixi e Toti e dove amministra il centrodestra c’è la forte volontà di ridurre il contrasto al gioco d’azzardo ma in questo modo si mette a rischio la salute delle persone con un costo sociale che poi pagano tutti i cittadini. E cosa ne dicono invece i parlamentari e i consiglieri regionali liguri del PD? Che mentre a livello locale e regionale fanno passerelle partecipando alle manifestazioni “No Slot”, a livello nazionale eccoli poi fare il gioco delle tre carte con questi emendamenti”.
“E’ inutile – conclude Mantero – che Baretta si faccia bello con promesse sulle ‘slot’ (tradite peraltro con questo emendamento approvato con l’ok del Governo) continuando poi a favorire le Videolottery, il pericolosissimo azzardo online e mettendo in pericolo le autonomie degli enti locali dai Comuni alle Regioni tradendo l’accordo di settembre. Baretta non si azzardi a presentare decreti dell’ultimo minuto sotto Natale, né a pochi giorni dalla fine della legislatura”.
