Liguria. Prime schiarite sulla crisi di Banca Carige, in quanto sembrano superate le difficoltà sulla costituzione del consorzio di garanzia: alcuni dei soci più importanti, dopo gli screzi delle ultime ore, si sono invece impegnati a sottoscrivere una quota superiore, complessivamente, al 30% dell’aumento di capitale da 560 milioni di euro necessario alla banca per il suo rafforzamento.
La firma del consorzio di garanzia dovrebbe arrivare entro il fine settimana, forse già questa sera, scongiurando così una nuova crisi bancaria sul modello di quella di Monte dei Paschi di Siena.
L’amministratore delegato Paolo Fiorentino è sicuro di riuscire a far partire l’aumento di capitale necessario per mettere in sicurezza la banca ligure. “Sono certo che saremo, tutti insieme, in grado di superare gli ostacoli che si frappongono da qui all’imminente partenza dell’aumento. Vi assicuro che ce la stiamo mettendo tutta, giorno e notte, e che i segnali incoraggianti ci sono per cui, come molti di voi mi sentono spesso dire, metteremo tutte le palle in buca“. Questo messaggio non è stato dichiarato davanti alla stampa ma scritto in un messaggio ai dipendenti.
Cosa è successo oggi. Malacalza Investimenti ha firmato l’impegno a sottoscrivere il 17,6% dell’aumento di capitale di Banca Carige. Gabriele Volpi, secondo azionista, ha firmato un impegno irrevocabile per salire al 9,99%, che è il limite al quale può arrivare. Ieri le accuse al vetriolo da parte di Vittorio Malacalza alle banche del consorzio di garanzia, colpevoli, a suo dire, di aver fatto mancare il proprio sostegno a Carige.
Il titolo intanto resta sospeso in Borsa. Come successo con Mps lo scorso 23 dicembre Consob ha preso la decisione “in quanto l’attuale contesto informativo non garantisce la trasparenza, l’ordinato svolgimento delle negoziazioni e la tutela degli investitori”.