Regione. A margine del consiglio regionale di ieri, sei è tenuto un incontro tra i capigruppo del parlamentino ligure ed i rappresentanti della Slc-Cgil del settore poste di Genova e Liguria.
“Il sindacato – spiega Gianni Pastorino di Rete a Sinistra – ha denunciato una situazione particolarmente grave riguardante il settore dei servizi postali, dove si sta affermando un modello organizzativo che da una parte tende a precarizzare gli addetti al recapito e allo smistamento, dall’altra limita progressivamente i giorni di distribuzione della posta, soprattutto nell’entroterra e nei piccoli comuni (anche costieri), con inevitabili disagi per i cittadini”.
“Non stiamo parlando di un’azienda in crisi. Le performance finanziarie raggiunte da Poste Italiane negli ultimi anni sono positive e lungimiranti, quindi non si comprende perché in Italia i precari siano passati da un migliaio a 6000. E in Liguria si registrano percentuali molto più alte della media, considerato che in questi due ambiti i precari rappresentano addirittura il 25 per cento degli addetti: 200 su 800”.
“Le rivendicazioni del sindacato colgono nel segno. Per quale motivo un’azienda con ingenti capitali pubblici e bilanci in attivo si permette operazioni del genere, che penalizzano personale e popolazione? – si interroga Pastorino – Questo atteggiamento di Poste risulta ancor più grave nella nostra regione che, lo ricordiamo, è la più vecchia di Europa, e in cui esistono problematiche vive nei rapporti fra costa e entroterra. Sembra proprio che Poste Italiane voglia rinunciare ad uno dei tratti identitari che ne hanno caratterizzato la storia: essere un servizio universale rivolto alla cittadinanza. Come gruppo consiliare Rete a Sinistra/LiberaMente Liguria parteciperemo attivamente all’elaborazione di un ordine del giorno a riguardo, su richiesta del sindacato, che sarà votato nel prossimo consiglio regionale”.