Operazione antidroga

Spaccio di cocaina, tre arresti a Noli: uno di loro è la vittima dell’accoltellamento di agosto

In manette sono finiti tre albanesi: secondo l'accusa gestivano un traffico di polvere bianca

Procura Savona

Noli. Nove etti di cocaina nascosti dentro una cassaforte sequestrati ad aprile, un trentenne aggredito a coltellate a Noli ad agosto e una coppia finita in manette perché fermata con 156 grammi di polvere bianca a settembre. Tre episodi apparentemente scollegati tra loro, ma che invece erano tutti connessi ed hanno permesso agli inquirenti dopo mesi di indagini ad arrestare tre persone, tutte di nazionalità albanese, con l’accusa di spaccio di droga.

In manette, due giorni fa (ma la notizia è trapelata soltanto oggi), sono finiti H.G., 52 anni, il figlio, M.G., di 30 (che, tra l’altro, era la vittima dell’aggressione dell’agosto scorso), e la moglie di quest’ultimo, N.A., di 27, tutti domiciliati a Noli.

A bloccarli sono stati gli uomini della guardia di finanza di Savona, coordinati dal pm Chiara Venturi, che hanno arrestato (in flagranza) prima H.G. che è stato fermato con 50 grammi di cocaina che l’uomo aveva appena comprato a Lambrate. Poco dopo sono stati fermati anche il figlio e la sua compagna che, secondo gli inquirenti (che li tenevano d’occhio da qualche tempo), sono direttamente coinvolti nell’attività di spaccio.

Le indagini che hanno portato all’arresto dei tre albanesi hanno preso le mosse dall’operazione della squadra mobile di Savona che, nell’aprile scorso, aveva arrestato un loro connazionale, Erjon Stafa (che per questa vicenda ha patteggiato tre anni e dieci mesi di reclusione), che nascondeva quasi nove etti di polvere bianca in una cassaforte sistemata all’interno di una cantina di corso Ricci. Quello stupefacente, secondo gli investigatori (che lo hanno scoperto dopo una serie di accurati accertamenti), era custodito a Savona proprio per conto dei tre pusher arrestati nelle ultime ore.

Anche la droga (156 grammi di cocaina) sequestrata ad inizio settembre ad una coppia di albanesi Emri Shehu, 28 anni, e Sentiliana Jashari, di 25, arrivati a Noli con un autobus, sarebbe stata destinata proprio a H.G. e al figlio. La consegna era sfumata grazie all’intervento delle Fiamme Gialle che li avevano controllati trovando lo stupefacente.

Infine anche l’aggressione avvenuta ad inizio agosto nella zona del parcheggio di via Monsignor Poggio a Noli, della quale era stato vittima proprio M.G., secondo gli inquirenti, era connessa all’attività illecita svolta dall’albanese (probabilmente il movente dell’aggressione è legato ad un debito di droga). Il trentenne albanese era stato accoltellato da due persone: uno lo aveva colpito con alcuni fendenti alla schiena e alla pancia (se l’era cavata con una prognosi di quindi giorni) prima che la vittima riuscisse a scappare nei vicoli del centro storico facendo desistere i rivali.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, i tre albanesi arrestati a Noli erano molto prudenti al momento delle consegne della cocaina che comprevano tra la bassa Lombardia e Milano: spesso si muovevano in treno per cercare di evitare i posti di blocco stradali.

I tre saranno interrogati domani mattina in tribunale dal gip Fiorenza Giorgi per la convalida degli arresti.

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