Savona. Ha fatto un favore ad un amico che ha finito per costargli molto caro. Nell’aprile scorso è infatti finito in manette insieme ad altre quattro persone nell’ambito di un’operazione antidroga che ha permesso ai carabinieri di sequestrare 36 chili di marijuana e hashish. Lui, Luca Maximiliano Garcia, 23 anni, argentino, stava guidando l’auto di un amico (che aveva la patente revocata e gli aveva chiesto di accompagnarlo in un viaggio), ma senza sapere che quella vettura fosse la “staffetta” di una macchina che trasportava lo stupefacente.
Proprio alla luce della sua posizione, ritenuta marginale, la scorsa settimana (come riportato da Ivg.it) Garcia aveva patteggiato due anni di reclusione e 17.334 di multa con la sospensione condizionale della pena e la conseguente revoca degli arresti domiciliari.
Una sentenza che il suo legale, l’avvocato Franco Rovetto del Foro di Milano, commenta così: “Rileva far notare come la posizione del mio assistito sia da
considerare obiettivamente disancorata rispetto alle condotte tenute dagli altri co-imputati e come per altro appurato dalla stessa Autorità Giudicante. Ne consegue che l’accostamento del signor Garcia ad un’organizzazione dedita allo spaccio internazionale risulta fuori luogo ed obiettivamente non veritiera, né tanto meno supportata da un provvedimento giudiziario che all’opposto premia l’incensuratezza del Garcia”.
“La figura del mio rappresentato deve essere ricondotta non al pari di un trafficante di droga internazionale ma al contrario a quella di un soggetto che, così come
riconosciuto dall’Autorità Giudiziaria che lo ha giudicato, è quella di una persona che ha avuto un ruolo sicuramente meno rilevante nell’intera operazione bloccata a suo tempo dall’arma dei Carabinieri” conclude l’avvocato Rovetto.



